venerdì 30 gennaio 2009

FUTURO SEMPLICE

Qualità della Vita, Cultura, Tutela dei Diritti. Il 2009 porterà tante speranze e molte trepidazioni. La crisi internazionale si farà sentire. A San Severino gli effetti saranno acuiti dagli inspiegabili sprechi amministrativi. L’ex nuovo, l’attuale vicesindaco Romano, con una leggerezza immotivata nel corso di 15 anni ha sperperato denaro pubblico, per costose opere inutili e mausolei faraonici. Ed ora i nodi economici stanno arrivando al pettine. I primi cinque mesi dell’anno saranno ancora tristissimi, poi si potrà migliorare. Non è uno oroscopo, è un auspicio politico. Infatti, a giugno ci saranno le elezioni amministrative per rinnovare il Consiglio Comunale e per cambiare il Sindaco. Il corpo elettorale riprenderà il comando dei propri destini.I Sanseverinesi potranno giudicare e decidere di buttare via questa amministrazione e optare per un rinnovamento dei volti e della politica. Scegliere il contrario significa confermare il passato -elitario e arrogante- di chi ha dato pessima dimostrazione delle sue capacità, cocludendo l’anno con i sigilli al cantiere comunale del Parco del Boschetto. Il sequestro di un’opera pubblica è l’ultima cosa che una comunità civile vorrebbe ottenere dai suoi amministratori e -purtroppo- questa sorte è toccata a tutti noi. Mutare il corso delle scelte amministrative, migliorando sensibilmente la società, è nelle cose più elementari della Democrazia. In fondo, il futuro è semplice!

Proposta di politica amministrativa verso gli animali

Politica amministrativa verso gli animali -Gestione in modo civile ed umano del randagismo, coinvolgendo i volontari e le Associazioni Protezioniste degli Animali. -No alla cattura e all’affido dei cani vaganti nel Comune a canili privati. -Creazione di un vero e civile canile municipale, da affidare ai volontari e alle Associazioni protezioniste del territorio. Un canile degno del senso di umanitá e civiltá degli abitanti di Mercato San Severino, e dove gli animali possano vivere in un ambiente che si avvicini il piú possibile a quello naturale. -Lotta all’abbandono e al maltrattamento degli animali; incentivi per le adozioni e sterilizzazione gratuita delle femmine, coinvolgendo l’ASL veterinaria. -Controllo e censimento della popolazione canina, a cura delle strutture volontaristiche assistite dal Comune. -Effettiva e reale creazione del “cane di quartiere”, secondo le normative vigenti. -Lotta al bracconaggio, a chi sparge esche velenose e trappole sul territorio. -Istituzione di un reale ed esistente Ufficio per i Diritti degli Animali, da affidare alle Associazioni Protezioniste del territorio, come prescrive la legge. Stimolare gli altri Comuni del comprensorio perché facciano altrettanto. -Costituzione di parte civile del Comune contro le truffe e i maltrattamenti perpretati da qualche canile privato a cui erano stati dati in mantenimento i cani vaganti del nostro Comune. -Riappropriazione del canile municipale di via Lavinaio, togliendone la gestione a qualunque impresa privata e riaffido dello stesso ai volontari dell’Associazione Zoofila del territorio.

giovedì 29 gennaio 2009

ANZIANI: il Comune copia i Verdi

Il Comune copia i Verdi! Il progetto di ospitalità di fuorisede presso abitazioni di persone anziane denominato “Sotto lo stesso tetto” è una proposta del Sole che Ride, presente nel programma elettorale delle elezioni amministrative del 2004 del candidato Sindaco Raffaele Grimaldi. Nel documento programmatico dei Verdi per la tornata elettorale, depositato obbligatoriamente per legge, presso gli uffici comunali, quindi facilmente consultabile da tutti i cittadini sanseverinesi si legge testualmente alla voce ANZIANI: “…Promozione dell’incontro tra terza età e studenti universitari, ossia redazione di un censimento degli anziani disponibili ad ospitare studenti fuorisede, con un doppio vantaggio che consente ai ragazzi più bisognosi di essere ospitati a costi più bassi e agli anziani soli di trovare compagnia…”. La proposta dei Verdi sanseverinesi nasceva dalla constatazione della numerosa presenza di studenti fuorisede sul territorio con difficoltà trovare alloggi a prezzi contenuti, evitando il pagamento di esose cifre d’affitto. La proposta determinava anche l’instaurarsi di nuovi rapporti umani per i tanti anziani.“Non ci sorprende l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, dichiara il portavoce dei Verdi Raffaele Grimaldi, la creazione di questo nuovo servizio sociale è essenziale sia per i tanti giovani, sia per i nostri anziani. L’adottare una proposta dei Verdi è la dimostrazione che il nostro partito ambientalista ha sempre operato per il miglioramento della qualità della vita, anche se strumentalmente in maniera del tutto menzognera è stato dipinto come il partito dei No, che pure vanno detti quando ci vogliono, altrimenti la democrazia diventa arbitrio.” La disamina del rappresentante dei Verdi continua elencando anche le altre proposte del Sole che Ride, “utilizzate” dall’amministrazione in carica. “Il nostro programma politico del 2004 è stata una preziosa miniera di idee e attività da sviluppare: dall’urbanistica in cui prevedevamo l’eliminazione dell’acquitrinio di Piazza XX settembre, realizzando aiuole e aree verdi in sostituzione, cosa fatta soltanto nel 2007 dall’amministrazione comunale, al risparmio energetico e alla creazione di fonti alternative, alla proposta di ampliamento dell’Oasi naturalistica “Decimari”, che attualmente il Comune ha avanzato alla Regione. Che dire? Siamo contenti che il nostro progetto per una San Severino verde e democratica sia saccheggiato a piene mani, sapevamo e sappiamo di cosa ha bisogno la nostra comunità, siamo persone serie e corrette, conclude Raffaele Grimaldi, pertanto ben venga che siano applicate le nostre politiche!

L'INFANZIA NEGATA

Livello Calcutta! Il sovraffollamento dell’unica area giochi per bambini del capoluogo è da densità asiatica! La domenica mattina e nei pomeriggi tiepidi è sconsolante vedere tantissimi piccoli pigiati in fila, per poter fare un giro sulle giostrine, dondolarsi sull’altalena o lanciarsi sullo scivolo. Ogni minuto di attesa è un brandello di felicità tolto. Per non parlare degli inesistenti spazi verdi, dove correre e giocare al sicuro da ogni pericolo. La realtà è triste: San Severino è divenuta una città vietata ai bambini. Non ci sono parchi gioco degni di questo nome, aree verdi attrezzate per stimolare la fantasia giocosa e vivace dei bambini, luoghi vivibili. Chi ha voluto la città azienda si porterà per sempre la responsabilità dei sorrisi negati ai bambini, proprio nel momento più bello della loro vita, l’infanzia. Il duo che ci amministra non ha altri interessi: pensa al cemento e all’asfalto e invade come orco malefico i luoghi dei piccoli. L’assurdo è a Piazza del Galdo -in pieno centro- nel giardinetto pubblico riservato ai giochi dell’infanzia, assediato da auto e case. Il campetto per i bimbi è d’asfalto, con pericolose buche e tanti avvallamenti. In più i pali di fantasiose porte di calcio sono pesanti tubi di ferro. Le auto sono proprio a ridosso. E’ un campo a rischio! Se gli amministratori non se ne preoccupano è bene che le mamme e i papà siano consapevoli dell’indifferenza di chi hanno votato.

NO AL NUCLEARE

Dal Campo Base Terzo Cavone, Scanzano Jonico,riceviamo e pubblichiamo il seguente COMUNICATO STAMPA Mentre il nuovo presidente degli Stati Uniti lancia un piano di investimenti per il rilancio delle fonti energetiche rinnovabili, nonostante la protesta civile di Scanzano, il Governo Berlusconi continua a riproporre la ricetta nucleare. In questi giorni si è ripreso in parlamento la discussione del ddl AC 1195 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese nonché in materia di energia”, in cui per la soluzione dei problemi energetici nazionali viene proposta la generazione della produzione di energia nucleare con la "possibilità di dichiarare siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione". Ribadiamo la nostra posizione sulle questioni energetiche: il nucleare è antieconomico rispetto alle altre fonti, poco sicuro in quanto non è risolto il problema delle scorie di III categoria ed essendo inefficace alla soluzione dello storico problema della dipendenza energetica, se consideriamo i tempi di costruzione delle centrali. L’unica via percorribile al momento è quella di lavorare per il raggiungimento degli obiettivi europei del 20-20-20 investendo notevolmente in risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili. Qualsiasi decisione diversa da questi indirizzi cela trame oscure che non conciliano con la vocazione e lo sviluppo del nostro paese. Coerentemente con quanto costruito da quelle giornate del novembre 2003, come Associazione Antinucleare ScanZiamo le scorie, invitiamo tutte le istituzioni Lucane e i cittadini della nostra Regione a far sentire la loro voce affinché si prenda coscienza che la strada energetica futura non può essere il nucleare ma il risparmio energetico e l’uso delle fonti rinnovabili. Campo Base Terzo Cavone, Scanzano Jonico, 29 gennaio 2009 Il Presidente Nardiello Donato

mercoledì 28 gennaio 2009

Proposta dei Verdi: M.S.Severino comune denuclearizzato

I Verdi scrivono all’amministrazione civica per scongiurare il rischio che il territorio comunale si trasformi in una discarica di rifiuti radioattivi, o peggio, possa essere scelto quale sito per la costruzione di una centrale nucleare. La richiesta degli ambientalisti è che il Consiglio Comunale proclami Mercato San Severino comune denuclearizzato. La preoccupazione dei Verdi scaturisce dalle scelte operate dal governo in carica. Il 30 ottobre la Camera ha approvato l’art. 15 del Disegno di Legge sullo Sviluppo (n. 1441) dando il via libera al Governo di emanare entro giugno 2009 uno o più Decreti Legislativi, per la localizzazione in Italia di impianti di produzione di energia nucleare e siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Si dovranno localizzare e costruire almeno 8 megacentrali nucleari e individuare i siti di stoccaggio delle scorie radioattive. E tutti i Comuni italiani (nessuno escluso) sono possibili aree per gli insediamenti. Nella lettera, inviata al Sindaco e ai Consiglieri, i Verdi evidenziano come -nonostante la maggioranza degli italiani, e in particolar modo i giovani, suggerisca di non commettere gli errori della scelta nucleare, la pressione delle lobby industriali per l’uso del nuclerare si è fortemente accentuata. Dopo 22 anni dall’incidente Nucleare di Cernobyl (che per l’Organizzazione Mondiale della Sanità produsse un livello di radioattività 200 volte superiore a quello prodotto dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki e che ha causato finora circa 60.000 decessi), la realizzazione di nuove centrali atomiche pone ancora gravissimi problemi di sicurezza e rappresenta una scelta di approvvigionamento energetico estremamente costosa, che non ridurrà i costi della bolletta energetica nazionale e non diminuirà la dipendenza dell’Italia dall’approvvigionamento energetico estero. Peraltro, puntare sul nucleare impedirà anche la creazione di un moderno sistema imprenditoriale di energie rinnovabili diffuso, in grado di competere sul mercato internazionale dando lavoro a centinaia di migliaia di persone. Per queste considerazioni, è opportuno attivare idonee azioni a garanzia della salvaguardia dell’ambiente e a tutela della popolazione e dell’intero territorio comunale di Mercato San Severino dichiarandolo “COMUNE DENUCLEARIZZATO”. Il partito del Sole che ride ha anche allegato, quale contributo al dibattito, una bozza preliminare di Delibera. A supporto di tale richiesta i Verdi sanseverinesi portano anche delle ulteriori convincenti motivazioni. L’8 e 9 novembre 1987 la popolazione italiana con l’80% di voti bocciò il nucleare come opzione energetica nel nostro Paese. In più, nessun sostenitore del nucleare può affermare che le Centrali Nucleari sono sicure al 100% visto che dal disastro di Cernobyl del 1986 si sono susseguiti numerosi incidenti provenienti da Centrali Nucleari in funzione. Le “scorie nucleari” hanno un periodo di decadimento che raggiunge i 100.000 anni e continuano a emettere radiazioni pericolosissime per la salute e richiedono costose precauzioni nel trattamento di smaltimento, come il deposito geologico e lo stoccaggio in speciali bunker sotterranei schermati. I pericoli umani e ambientali legati agli insediamenti nucleari, sono maggiormente allarmanti in un territorio come quello italiano caratterizzato da rischi sismici e idrogeologici. Inoltre, per costruire una centrale nucleare occorrono decine miliardi di euro e almeno 15 anni di tempo. Il combustibile nucleare, l’uranio, è di disponibilità sempre più limitata (quindi non rinnovabile) e il suo costo avrà un aumento esponenziale nei prossimi anni e l’Italia non ha giacimenti di uranio. In più il nucleare non costituisce affatto una fonte utile per generare energia a basso costo, ma al contrario si rivela antieconomico rispetto alle normali centrali termoelettriche se si tiene conto anche dei necessari costi di tipo strategico, legati alla difesa delle centrali da attacchi militari o terroristici. In un paese come l’Italia, circondato dal mare, attraversato dai venti, e irradiato dal sole, si dovrebbe investire fortemente sulle energie rinnovabili che non comportano rischi per l’ambiente e per la salute e che non impongono costi esorbitanti e tempi lunghi per la realizzazione degli impianti. Per questi motivi i Verdi hanno chiesto all’amministrazione di dichiarare di essere contraria all’installazione di impianti e/o centrali nucleari per la produzione di energia e ai siti di stoccaggio di scorie e rifiuti radioattivi sul territorio sanseverinese.

Il nostro impegno per il territorio

Vivere nel bacino idrografico più inquinato d’Europa, in un territorio squassato dalle patologie tumorali, così come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è piacevole. Non intervenire per tentare di migliorare le condizioni di vita sociale, sanitaria e ambientale sarebbe stata una gravissima colpa per le nostre coscienze. Ecco perché si costituì a Mercato San Severino il gruppo dei Verdi. Era il 27 settembre del 1994. In quasi quindici anni, i Verdi sanseverinesi hanno inciso profondamente nella comunità, caratterizzandosi nell’impegno politico, in difesa dell’ambiente e delle fasce deboli della società. La lotta per il disinquinamento dell’intero bacino del fiume Sarno, inquinato dall’industria chimica conciaria, dalle attività conserviere e da una fortissima antropizzazione dei luoghi è stata la premessa per concretizzare molte altre azioni ecologiste e politiche proprie del “sole che ride”. Tra sit-in, convegni, petizioni, campagne elettorali e referendarie siamo stati in mobilitazione pressoché perenne! Come ci sono stati i momenti difficili, abbiamo anche avuto grosse soddisfazioni. La più straordinaria avvenne domenica 28 settembre 2003, in cui ci fu il più grave blackout della storia italiana. Nel giorno più “buio” della nazione, la nostra presenza sul Corso principale ebbe un effetto rassicurante. Per molte persone, prese dal panico psicologico da blackout, vedere sventolare sul corso le bandiere dei Verdi fu un segnale rincuorante, con ricadute positive. La nostra presenza era stata programmata da tempo, per manifestare contro il nuovo e scellerato condono edilizio di Berlusconi, e –ovviamente- non ci aspettavamo di ritrovarci alle prese con una giornata così convulsa, né tantomeno di divenire un momento di serenità per i nostri concittadini. In molti si fermarono al nostro banchetto, per parlare del blackout e per liberarsi delle proprie tensioni e paure. Volevamo esprimere la nostra contrarietà al nuovo decreto salva speculatori, ma ci ritrovammo ad avviare anche un’improvvisata informazione sulle politiche energetiche pulite, le uniche davvero inesuribili e alternative al petrolio e al nucleare. Quella domenica mattina le paure vennero stemperate intorno alle bandiere dei Verdi. Un sole che ride –terapeutico- contro uno “strano” blackout, dal sapore lobbistico! Nella nostra attività di partito abbiamo avuto sempre tanta passione e applicazione, arrivando ad elaborare molte proposte urbanistiche, ambientali e culturali. Un nostro piccolo vanto è stato la “Proposta di Istituzione di un Parco Letterario dedicato a S. Tommaso d’Aquino.” L’amministrazione di destra l’ha messa nel dimenticatoio, così come non ha dato risposte alla nostra proposta di realizzare un impianto di compostaggio, con enormi vantaggi per l’occupazione e l’ambiente, così come ha trascurato tante altri nostri progetti per la comunità e le tantissime petizioni popolari.

Il raccordo Av-Sa va messo in sicurezza

La messa in sicurezza del raccordo Avellino-Salerno è prioritaria. L’arteria, che è la più importante infrastruttura viaria della Valle dell’Irno, è troppo pericolosa. Riproporre la creazione di un tunnel sotto i Picentini è fuorviante e serve solo a far riesumare gli interessi di un progetto lobbistico. La bretella Fisciano-San Mango, già bocciata oltre un decennio fa, che comportava esosi sprechi economici e danni ambientali irreversibili, infatti, è sempre stata un attrattore di interessi particolari. Da anni i Verdi sanseverinesi richiedono con la messa in sicurezza del nodo di Fratte quella dell’intero raccordo autostradale. Nell’ottobre del 1999, con la Legambiente “Valle dell’Irno”, fu scritto al Presidente della Repubblica, richiedendo l’ampliamento dello svincolo di Fratte e la messa in sicurezza dell’intera area. Il documento è protocollato al Quirinale. Per anni in tanti momenti pubblici è stata presentata la nostra bozza progettuale di ampliamento dello svincolo di Fratte e sollecitato i tecnici a prendere in considerazione la nostra proposta di tutelare al meglio l’arteria e i viaggiatori che la percorrono. Dopo alcuni anni abbiamo visto concretamente premiato il nostro impegno, con il raddoppio dello svincolo di Fratte. Abbiamo piegato quelli che volevano sventrare i Monti Picentini per intascare oltre 600 miliardi di vecchie lire: hanno dovuto realizzare il nostro progetto di soli 20 miliardi. Secondo noi Verdi, non basta aver realizzato il raddoppio del viadotto Grancano, a Fratte, bisogna rispettare di più gli utenti e i cittadini. Come Verdi sanseverinesi ribadiamo la necessità dell’allocazione di pannelli segnaletici, con dovizie di informazioni, su tutte e due i sensi di marcia, con gli avvisi elettronici disposti prima delle uscite, non dopo. La priorità è della messa in sicurezza del tracciato e del suo adeguamento alle necessità del traffico. Ci sono da tutelare i lavoratori che viaggiano verso Salerno o Solofra, gli studenti universitari in movimento verso l’ateneo, gli autisti dei tir della stagione dei pomodori, gli autotrasportatori che vanno al porto di Salerno con bisarche e container, turisti estivi, e -soprattutto- i tantissimi cittadini sanseverinesi e della Valle dell’Irno, che si servono del raccordo per le loro incombenze. E proprio per questi motivi c’è bisogno del miglioramento della segnaletica sia verticale, che orizzontale, con installazione di moderne strumentazioni luminose di notte e di particolari segnalazioni acustiche per i periodi più impervi. Occorre predisporre pannelli fonoassorbenti, per contrastare l’inquinamento acustico dei veicoli in movimento, per garantire anche la serenità e la vivibilità di chi abita lungo l’arteria autostradale. Questo è fare il vero interesse della comunità, altro che tunnel da spartizioni hobbistiche.

Il traforo delle lobby

Undici chilometri di galleria da realizzare sotto il monte Stella non costituiscono affatto la soluzione migliore rispetto al piano di ampliamento del raccordo autostradale Salerno-Avellino. La pensano così i Verdi di Mercato San Severino, all’indomani della proposta, avanzata dai tecnici del Comune di Salerno all’Anas, di considerare il progetto del 1998, alternativo alla realizzazione della terza corsia. Il partito ambientalista, tramite il portavoce Raffaele Grimaldi, chiarisce i motivi del dissenso rispetto all’ipotesi di costruire una galleria che partirebbe dalla zona di Sava per arrivare a San Mango Piemonte, e che eviterebbe di realizzare la terza corsia tra Baronissi e Fratte. «Pensiamo alla tutela ambientale e al risparmio economico, visto che giá esiste un raccordo che può essere benissimo ampliato, senza costi eccessivi come quelli necessari per realizzare un traforo» afferma Grimaldi, membro del direttivo provinciale. I Verdi pensano anche alla sicurezza sul raccordo, un problema che sarebbe risolto ammodernando l’infrastruttura fino a Fratte. I tecnici del Comune di Salerno, invece, propongono di realizzare la terza corsia solo fino a Sava, lasciando le vecchie due corsie da quel punto in poi fino a Fratte, per riservarle al traffico locale visto che quello proveniente o diretto a Nord utilizzerebbe la galleria per il collegamento con la Salerno - Reggio Calabria. «Ci spieghino le ragioni della loro posizione e perché intendono riesumare un vecchio progetto, lasciando il raccordo ampliato a metá e quindi inadeguato rispetto al volume di traffico», chiede Grimaldi, elencando i terribili incidenti che si sono verificati sull’asse stradale che collega la A3 alla A30. Il 12 ottobre 1999 il progetto del piano viario che prevedeva il traforo fu bocciato dalla conferenza dei servizi che si tenne a Salerno. «Il progetto era stato realizzato consultando pla-nimetrie troppo vecchie e fu presentata una relazione idrogeologica che dimostrava la presenza di sorgenti, pozzi e falde acquifere sotto la zona dei monti Picentini», ribadisce Raffaele Grimaldi, portavoce dei Verdi. Secondo il partito del Sole che ride, costruire la galleria significa intaccare il serbatoio idrico più importante del Sud, mettendo a rischio la fornitura d’acqua in Basilicata, in Puglia e nel Napoletano. «Si tratta solo di un progetto lobbistico», conclude il portavoce dei Verdi sanseverinesi Raffaele Grimaldi ricordando che giá nel 1999 le Amministrazioni Comunali di Fisciano, Mercato San Severino e San Mango Piemonte si opposero alla costruzione della galleria.

Pubblichiamo integralmente l’articolo de “La Città” di Salerno del 27 dicembre 2008 di Marcella Cavaliere

San Severino caos

San Severino è cambiata. Le tante opere pubbliche eseguite -però- l’hanno peggiorata. Nel grigiore apportato dalla smania cementizia, tutto è divenuto più invivibile. Violentata la coscienza collettiva, i luoghi sacri e gli angoli della memoria. Un furore cementizio senza precedenti ha svilito la nostra esistenza. In tutti questi anni, come Verdi sanseverinesi abbiamo cercato di frapporci alla devastazione e agli sprechi. L’amministrazione non ha ascoltato suggerimenti e buoni consigli. Morale della favola, per le loro scelte non ci sono spazi liberi per i giochi dei bambini, non ci sono parchi pubblici degni di questo nome, non ci sono luoghi di incontro; e così giovani, anziani, mamme, persone adulte soffrono per la mancanza di vivibilità. Gli scempi sono innumerevoli: dalla villetta di San Vincenzo, dove sono stati abbattuti gli alberi sotto cui si intrattenevano i vecchietti del paese, al devastante centro commerciale sul trincerone, pugno nell’occhio e un colpo da ko per i piccoli commercianti. Corso Diaz è sempre più una camera a gas, i parcheggi, a caro prezzo, sono una croce; la viabilità è un pandemonio nei giorni festivi e feriali. Ne è esempio il caos di vetture in prossimità di Piazza S. Antonio, dove è stato fatto uno straordinario scompiglio viario. Anche le frazioni, che hanno visto acuire i propri disagi, soffrono. Prima tra tutte S.Angelo, che si avvia a divenire un ghetto invivibile, un bronx metropolitano dove l’esistenza per le famiglie è impossibile e dove i “cervelloni” del comune hanno ideato un piano viario pazzesco. Ovunque nel nostro comune ci sono orrori. I casermoni delle lottizzazioni a San Martino, a San Vincenzo, tolgono l’aria e distruggono il paesaggio e chi ci va a vivere non trova gli opportuni servizi. E i nostri amministratori consentono di costruire ancora e ancora sulle sponde dei torrenti, nonostante gli straripamenti continui di questi ultimi mesi. Si fanno vanto di individuare zone Pip (fantasma) per le industrie, devastando i nostri campi più fertili, ma non riescono a delocalizzare le aziende più insalubri di S. Angelo come lo scatolificio e l’Euroflex. Le vasche ad Acigliano fanno paura eil depuratore di Costa deprime chi vi abita vicino. Per non parlare del fallimento delle politiche sociali. Un quinto dei tossicodipendenti del Sert di Salerno è di S.Severino. L’attuale maggioranza si balocca pensando di realizzare una fantomatica città-azienda, stravolgendo ogni vocazione territoriale, degradando ogni angolo di verde con odiose colate di cemento, e non si cura dell’effettivo benessere dei suoi concittadini. Negli ultimi anni sono aumentati in maniera vertiginosa i casi di suicidio. I giovani si sentono sempre più soli e cercano un letale rifugio nelle droghe. Tante persone divenute schiave dell’alcool, del tabacco e del gioco. E si moltiplicano casi di devianza e aggressività giovanile. Intere famiglie sono rovinate da casi tristissimi e soffrono in silenzio. Di fronte a tutto questo sconquasso esistenziale, l’amministrazione langue e spreca soldi in lifting di facciata, dalla scarsa valenza urbanistica. L’immagine di “isola della felicità”, con cui gli amministratori spacciano il nostro territorio, purtroppo non è vera, è solo un’ipocrita propaganda. Appena dietro, ci sono: degrado ambientale e sociale, difficoltà e tragedie derivanti anche dal grave disagio esistenziale. Occorre dare un futuro ai giovani e un’anima al paese. Purtroppo, le scelte del pessimo duo Romano-D’Auria, sono di tutt’altro valenza e stanno ulteriormente abbrutendo il vivere civile a Mercato San Severino.

Non solo verde descrive la vera San Severino

Noi Verdi raccontiamo la nostra verità, ma senza pesare sui contribuenti sanseverinesi. Chi ci amministra, invece, racconta solo ciò che fa piacere al duo Sindaco & Vicesindaco, gravando esosamente sulla comunità. “Tra la gente”, il bollettino comunale, ha un prezzo salatissimo, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista etico per lo svilimento della democrazia. Un organo istituzionale, pagato da tutti noi, che non racconta mai dei consigli comunali, delle istanze che arrivano in Municipio, delle tante cose che non vanno. Il nostro mensile, che distribuiamo gratuitamente ai lettori, descrive l’altra San Severino, quella che non vogliono fare emergere, quella degli scempi e degli sperperi. In questi anni abbiamo detto a cittadini ciò che l’amministrazione pubblica ha taciuto: di una città invivibile per i bambini, con pochi spazi verdi e senza ritrovi per giovani e anziani; del traffico spaventoso e dell’inquinamento insopportabile; dell’invasione dei centri comerciali con grave danno per il piccolo commercio; del malessere sociale, con suicidi, tossicodipendenze e alcolismo in pauroso aumento; del costo esorbitante dei parcheggi; dell’attacco al castello, con l’arrivo delle ruspe nell’area archeologica; della cementificazione ovunque, anche sulle sponde del fiume; delle insalubri fabbriche tra i campi più fertili; della farsa del parco nel boschetto che non viene concluso da anni; degli sprechi allucinanti nell’illuminazione pubblica; della fatiscenza della linea ferroviaria S.Severino-Salerno; del depuratore diventato discarica; dell’abbandono delle frazioni; delle festicciole e degli sprechi spettacolari; dello sport negato; della cultura svilita. Con il nostro giornale saremo di parte, ma abbiamo ospitato interventi dei vari rappresentanti degli altri partiti, destra compresa, e di sicuro non abbiamo effettuato censure. Forse è poco, ma di fronte a quello che “offre” l’amministrazione pubblica è straordinariamente tanto!Nell’autunno del 1995, il gruppo dirigente dei Verdi della Provincia di Salerno decise di avviare una forma propria di comunicazione, per informare in modo diretto ed immediato tutti gli iscritti. Si scelse di pubblicare un mensile di informazione, che, oltre ad offrire notizie sulle attività politiche del partito, determinasse anche una crescita della cultura ambientalista sul territorio, aprendosi anche ai movimenti e alla società. E dopo varie riflessioni venne scelte il nome della testata da editare: “Non solo verde”, segnale appunto di voglia di dialogo e partecipazione con la realtà esterna al “Sole che ride”. Direttore Responsabile fu nominato Raffaele Grimaldi, giornalista professionista, che nel 1999 fu eletto al Consiglio Nazionale dei Verdi; mentre la figura dell’editore fu indicata in Piero Cardatesi, divenuto successivamente Assessore del Comune di Salerno e Assessore Provinciale. La testata giornalistica venne registrata al Tribunale di Salerno il 6 dicembre 1995, con il numero 932. Per nove anni è stato pubblicato in bianco e nero, mentre nel dicembre 2004 è uscito a colori con un formato 25 x 35, più agevole, rispetto ai numeri precedenti che erano in formato 30 x 42. Sin da subito “Non solo verde” si è caratterizzato come giornale schierato dalla parte dei diritti dei cittadini e in difesa dell’incomparabile ambiente della Provincia di Salerno, denunciando i gravi assalti al territorio salernitano. L’immane disastro dell’alluvione di Sarno del 5 maggio 1998, con 150 morti seppelliti dal fango, rimane il dolore più grande che il giornale ha dovuto registrare. Nel corso degli anni “Non solo verde” si è caratterizzato per le posizioni pacifiste ed ecologiste, rappresentando in pieno la volontà dei Verdi salernitani di tutelare appieno la Natura, lottando tenacemente contro lobbisti, speculatori e guerrafondai, per garantire benessere e qualità della vita a tutti i cittdini.

Assalto al Boschetto

Un capriccio devastante e costoso. Invece di completare i lavori del Parco Comunale del “Boschetto”, l’amministrazione si è intestardita nel voler aprire una via di penetrazione all’interno dell’area boscata della collina del Castello dei Principi Sanseverino. Affrontando alla leggera contenziosi legali e palese dissenso dell’opinione cittadina, i pubblici amministratori stanno dissipando risorse. Contro questo stato di cose i Verdi sanseverinesi hanno organizzato una petizione popolare, per ribadire la necessità di salvare l’unico polmone di verde all’interno del capoluogo. I fantomatici lavori per la realizzazione del Parco del Boschetto dovevano concludersi il 26 maggio del 2005. Ma dopo aver speso quasi cinquecentomila euro e con oltre tre anni di ritardo, il Parco (fatto di cemento e asfalto!) non è stato ancora consegnato alla collettività. Il duo sindaco e vicesindaco si è intestardito nell’idea di realizzare un’inutile via, sfondando il bosco secolare, in aree sottoposte a vincoli idrogeo-logici e non soggette alle disponibilità del Comune. Più volte il Tar, dopo ricorsi circostanziati di vari proprietari, ha dato torto all’amministrazione comunale. Eppure l’odissea legale, con i conseguenti costi, non è ancora bastata agli amministratori sanseverinesi. “Noi Verdi –dichiara Raffaele Grimaldi- siamo stupefatti. Questo è un accanimento che non si spiega in alcun modo con l’utilità sociale, ma devasta un polmone verde essenziale per la nostra cittadina. Per giunta i tentativi di creare la strada di penetrazione nell’area boscata della collina del castello, stanno distogliendo soldi e attenzione del completamento del Parco, che per inciso è una brutta colata di cemento, circondata da un nastro di asfalto, fatto passare per pista ciclabile. Questa è la cosa più inaccettabile: parlano di parco, ma creano strade! E lì, con il rischio delle macchine che passano, vorrebbero mandare i bambini i giocare. Chi ci amministra ha davvero consapevolezza di cosa significhi un Parco Pubblico? Sa di cosa hanno bisogno i bambini per giocare liberi all’aria aperta? Che grande ipocrisia, cementificare l’ultimo polmone di verde, facendo finta di accogliere le istanze dei cittadini. Un parco pubblico –conclude il portavoce dei Verdi Raffaele Grimaldi, è tutt’altra cosa, è un’oasi dove rilassarsi, lontano dalle auto e dal frastuono. Noi Verdi speriamo che si eviti ogni ulteriore azione di sbancamento e disboscamento, per eseguire altre opere inutili e costose, come strade di penetrazione, nella pregevole e delicata area ambientale che va dal Monumento ai Caduti al Castello dei Sanseverino”.

No, non siamo Copenaghen

L’amministrazione di Mercato S. Severino gongola da tempo per gli articoli apparsi su alcuni quotidiani che hanno evidenziato gli ottimi risultati che essa ha ottenuto riguardo alla raccolta differenziata dei rifiuti. In particolare, l’aspetto che ha maggiormente sorpreso i giornalisti è come ciò sia potuto accadere in una comunità che vive immediatamente a ridosso di aree geografiche dove il problema della sovrapproduzione e dello smaltimento della spazzatura è, a parte qualche effimera operazione di facciata, e per diversi motivi, eternamente irrisolto. Addirittura, in un articolo del Corriere della Sera di un anno fa, Gian Antonio Stella non ha esitato a paragonare il nostro comune nientemeno che a Copenaghen! Ora, indipendentemente dall’orientamento politico che ognuno di noi può avere, ciò non può che renderci orgogliosi per cotanto autorevole accostamento e riconoscimento. Anche perché, a contribuire al successo della raccolta differenziata siamo, chi più chi meno, tutti noi cittadini di Mercato S. Severino. Pertanto, l’elogio è diretto all’alto senso civico che l’intera comunità sanseverinese manifesta. Non c’è dubbio che è un gran risultato. Non capita spesso, specialmente per una piccola comunità come la nostra, di essere oggetto di attenzione dei mezzi di comunicazione di massa (ricordo anche una puntata televisiva su Rai Tre lo scorso anno) per qualcosa di positivo. Insomma, l’emozione di essere paragonati a Copenaghen è stata così grande che, spinto dalla curiosità, ho voluto constatare quante altre analogie ci fossero con la capitale danese. E poiché non ci sono mai stato, ho ritenuto opportuno di dover raccogliere delle informazioni attraverso il racconto di qualche conoscente che ha avuto modo di trascorrerci le vacanze o attraverso l’irrinunciabile Internet. Di fronte alle informazioni che man mano raccoglievo, con mia grande sorpresa, non sono riuscito a trovare altre analogie.Allora ho pensato che forse i miei interlocutori, interpellati a riguardo, esagerassero nel sottolineare che a Copenaghen un terzo delle persone usa la bici come mezzo di trasporto, mentre in un paese altrettanto pianeggiante come il nostro a nessuno dei lungimiranti amministratori è venuto mai in mente di avviare una seria campagna di sensibilizzazione all’utilizzo di tale mezzo di trasporto e, a parte qualche encomiabile eccezione, l’intera popolazione continua a spostarsi per le vie cittadine esclusivamente su mezzi a motore; che a Copenaghen le aree del centro destinate a verde pubblico non vengono, come da noi, occupate da mostruosi centri commerciali, i quali, tra l’altro, contribuiscono ad accrescere pesantemente i problemi del traffico automobilistico; che non si cementifica sugli alvei dei fiumi e/o in aree ad alto rischio alluvionale. In Danimarca, le innumerevoli piste ciclabili non vengono realizzate sbancando colline e non hanno dimensioni talmente anomale da consentire la circolazione di strane bici a quattro ruote col motore; che non si abbattono vecchie case d’epoca per far spazio ad anonimi palazzi; che per la pubblica illuminazione si fa ampio ricorso ai pannelli solari, mentre noi, persino sul Castello, abbiamo optato per il “caro” sistema tradizionale; che esiste una politica della mobilità tesa a salvaguardare la salute pubblica, mentre da noi l’amatissimo Corso diventa, nelle ore di traffico più intenso, una vera e propria camera a gas. Sempre in Danimarca, non si abbattono gli alberi per creare parcheggi; non si sprecano centinaia di migliaia (o qualche milione?) di euro per cancellare la memoria storica di spazi urbani come piazza XX settembre, realizzando discutibili opere in grigio cemento. E… basta! Dunque, Gian Antonio Stella forse si riferiva solo al problema dei rifiuti? Si può, comunque, sempre migliorare! Al momento, visto che Sanseverino non è proprio come Copenaghen, mi auguro almeno che Copenaghen non diventi come Sanseverino. Antonio Esposito

Più controlli contro le violenze sugli animali

I Verdi hanno richiesto alle forze dell’ordine pubblico una più capillare vigilanza sul territorio, per stroncare ogni violenza contro cani randagi e animali d’affezione. “Come ambientalisti raccogliamo molto spesso segnalazioni di maltrattamento e abbandoni di cani. Con un documento ufficiale al Comando dei Carabinieri, al Sindaco D’Auria, e all’Assessore Provinciale Cardalesi abbiamo chiesto il potenziamento dei servizi di vigilanza e un’accurata opera di repressione. Senza sconti. La nostra preoccupazione è che l’abbandono estivo per le vacanze degli animali domestici, porti qualche delinquente ad accanirsi brutalmente contro esseri che restano senza casa e indifesi. Questo in una cittadina come S. Severino non deve assolutamente accadere ” Negli ultimi anni, il riconoscimento dei diritti degli animali ha determinato le emanazioni di importanti norme a protezione del benessere degli animali, con una disciplina che sanziona duramente i reati penali di maltrattamento e di abbandono. “Purtroppo, nel territorio comunale di S. Severino nel corso del tempo si sono verificati brutali episodi di sevizie, torture e tentativi di avvelenamento, con esche tossiche gettate pure davanti agli edifici scolastici, con il rischio che fossero ingerite anche dai bambini. Noi vogliamo che questi episodi non si verifichino più, dichiara Giuseppe Esposito, responsabile della Tutela Animali dei Verdi sanseverinesi. Alle pubbliche autorità richiediamo di effettuare un capillare servizio di sorveglianza sull’intero territorio comunale, in particolare nel capoluogo cittadino e nelle frazioni di Ciorani e di San Vincenzo, dove si sono verificati spesso orribili casi di torture e violenze gratuite sui cani abbandonati irridendo i controlli delle forze dell’ordine e il senso di civiltà. Bisogna reprimere ogni episodio di maltrattamento degli animali –conclude Esposito- punendo in maniera esemplare gli individui squallidi e violenti, che con inciviltà e rozzezza compiono gesti da psicopatici criminali. Molti di questi sadici personaggi, in seguito a circostanziate denunce, sono ben noti alle forze dell’ordine ed ora devono sapere che non resteranno impuniti.”

SANT'ANGELO: su Vico Canapai retromarcia del Comune

Retromarcia dell’Amministrazione Comunale: i 7.200 mq dell’area boscata di vico Canapai non diventeranno più parcheggio pubblico. Solo una piccola quota (1.200 mq) nei pressi delle Poste diventerà area di sosta. Privare l’ultimo polmone verde nel centro del paese, era un gravissimo errore, ma gli amministratori ce ne hanno messo di tempo per capirlo. Dalla fine del 2003, noi Verdi stavamo lottando contro questa sciagurata ipotesi e la nostra protesta sfociò il 14 dicembre 2003 anche in una petizione popolare (foto a lato) con centinaia di cittadini che sottoscrissero la richiesta di salvare Vico Canapai e i suoi alberi. Quella di cementificare il boschetto urbano, ammantando la devastazione con la burla di eseguire un’area di verde attrezzato, era una scelta immotivata e dispendiosa! Promettevano di realizzare un campetto per bambini sotto un’industria che produce scatole di ferro. Secondo una strana logica i bambini di S. Angelosi dovevano giocare in un luogo reso insalubre dalle attività della fabbrica e reso pericoloso anche dal transito delle auto! Noi Verdi ritenevamo e riteniamo che i cittadini della popolosa frazione, già ampiamente tartassati dal degrado ambientale, abbiano diritto ad una maggiore tutela della loro vivibilità e ad un decoroso ambiente in cui trascorrere le proprie giornate. Il dietro front dell’Amministrazione ci fa ENORMEMENTE piacere!

L'on. Ragosta visita le frazioni sanseverinesi colpite dal nubifragio

L’On. Michele Ragosta, Presidente della Commissione Ambiente della Regione Campania, ha visitato le frazioni sanseverinesi colpite dal nubifragio dei giorni scorsi. In particolare l’on Ragosta ha effettuato un sopralluogo a Pandola ed Acigliano, due paesi duramente segnati dallo straripamento del torrente Solofrana, proprio in prossimità delle costruende vasche di contenimento. Il Presidente della Commissione Ambiente, accompagnato dai cittadini delle due popolose frazioni e da alcuni esponenti dei Verdi sanseverinesi, è rimasto colpito dalla gravissima situazione determinatasi. La grande opera di ingegneria idraulica non ancora completata, non ha retto alla portata della piena del torrente, che ha causato allagamenti dei prefabbricati, delle case e delle strade dei due paesi, determinando fortissima paura tra gli abitanti di Acigliano e Pandola. Ai cittadini che lo hanno accompagnato, l’On. Ragosta ha garantito interventi rapidi ed efficaci per scongiurare quanto prima possibili tutti i pericoli che possono scaturire dal mancato completamento delle vasch, e, facendo seguito al sopralluogo, ha convocato l’Audizione Regionale presso la Commissione Ambiente della Regione Campania invitando gli organi competenti al fine di scongiurare ulteriori eventi alluvionali. Durante l’audizione è emersa la forte disponibilità delle autorità coinvolte a recepire le istanze dei cittadini affinché si scongiurino situazioni di rischio che mettano a repentaglio l’incolumità dei centri abitati. La struttura del Commissario Straordinario per l’Emergenza Idrogeologica della Regione Campania si è dimostrata aperta e disponibile all’ascolto delle indicazioni e delle osservazioni avanzate dal comitato civico cittadino. Nella piena sinergia istituzionale, il Presidente Ragosta ha invitato gli enti preposti e l’impresa appaltatrice di accelerare i lavori della Costruzione della vasca di laminazione e ad eseguirli con migliore dovizia possibile. Inoltre, il Presidente ha evidenziato la necessità di mantenere in sicurezza il cantiere e di evitare che parte degli accumuli di terreno possano arrecare danno ai cittadini che abitano nella frazione.

FRAZIONI NEL FANGO

Popolazioni in strada per la paura del maltempo. E nelle strade, accanto ai cittadini arrabbiati anche tanto fango, che si riversava negli scantinati, nei garages, nei laboratori produttivi. Il nostro comune senza alcuna seria protezione idrogelogica si è ritrovato -in questo inizio di autunno- per l’ennesima volta sommerso dalla melma. Le grandi opere a Mercato San Severino portano solo grossi guai. Come l’ampliamento delle piste del casello autostradale dell’A30, che di fatto ha determinato l’otturazione del canale di contenimento della pioggia, che si è indirizzata pericolosamente sull’abitato di Sant’Angelo; come le vasche di laminazione di Acigliano, che oramai traboccano fango ad ogni scroscio temporalesco. Le preoccupazioni dei Verdi sono rivolte all’intero assetto idrogeologico del comune, che nel fine settimana ha fatto registrare un vero bollettino di emergenza ecologica, con tutte le frazioni colpite da grossi disastri, causati anche dal riversarsi a valle di enormi quantità di terriccio, che scivolava a valle dalle montagne bruciate da criminali incendiari e da cattive opere di canalizzazione delle acque pluviali. Spesso inefficaci a contenere i quantitavi di pioggia, perchè ostruite o realizzate con evidenti anomalie tecniche. Di certo senza le opportune attività di normale manutenzione. L’elenco dei paesi in ginocchio è lungo: Carifi, Spiano, Acquarola, Piazza del Galdo, Ciorani, Pandola, Torello... una via crucis di disagi per tantissimi cittadini, rimasti intrappolati nelle loro case, isolati per ore tra il terrore per l’immensità di quanto accadeva e la rabbia per i ritardi dei soccorsi. La notte tra il 5 e il 6 ottobre sarà ricordata a lungo, per le centinaia e centinaia di persone che sono rimaste sveglie a controllare il livello delle acque che esondavano dal torrente Solofrana, incanalate verso le case da una cementificazione senza precedenti, messa al servizio della lobby dell’edilizia che ha stravolto e continua a stravolgere il nostro territorio.

Cucù la fontana non c'è più: lo spreco di Piazza XX Settembre

Ad essere brutto era ed è brutto, ma soprattutto il mausoleo di Piazza XX Settembre è sempre stato un inno allo spreco di denaro pubblico! Doveva essere una fontana, ma l’opera fascistoide si era subito manifestata per quello che era: una pozzanghera putrida. E gli abitanti della piazza e del corso hanno dovuto subire oltre al danno urbanistico ed economico la beffa del proliferare di insetti e zanzare. Noi Verdi sanseverinesi, più volte sul nostro giornale, abbiamo contestato l’opera e lo sperpero incrdibile. Non solo il costo della faraonica bruttura, ma anche le spese di manutenzione e di gestione dell’impianto elettrico ed idrico. Molte decine di migliaia di euro all’anno! Ora dopo un lustro disonorevole la fontana viene cancellata e, riempiendo gli spazi con terriccio, al posto delle cascatelle sono state realizzate aiuole (si evidenzia che i fiorellini dell’amministrazione già sono appassiti- perchè le piante vanno curate!) Non sappiamo come gli amministratori, esseri che si ritengono perfettisimi, giustificheranno questo loro ennesimo dietro-front, nè possiamo immaginare la retorica che adopereranno per tentare di illudere che quello che hanno fatto è ben fatto. La realtà è evidente: hanno creato con i nostri soldi una bruttura urbanistica,hanno profuso a iosa altro denaro pubblico per mantenerla, e infine hanno sperperato altri soldi per modificarla. E già i soldi per l’acquisto dei fiorellini sono stati vanificati Dei grandissimi geni... dello SPRECO!

TORELLO: i verdi denunciano una discarica abusiva

Alle spalle del Parco D’Amato -in via Ciorani della località Torello di M.S.Severino- e in prossimità delle abitazioni, oltre ad un’anomala e consistente opera di movimento terra, non segnalata, è stata realizzata una notevole discarica di materiali inerti e lapidei, misti a rifiuti di vario genere e natura.. Tale conferimento di rifiuti ha determinato anche una modifica delle quote originarie del terreno, interessato allo smaltimento, tanto che di alcuni alberi si riesce a distinguere soltanto la chioma e non più il tronco nella sua interezza. Questa attività determina una situazione di particolare pericolosità per l’ambiente, perché in mancanza di un preventivo studio di impatto ambientale gli effetti sinergici e cumulativi dell’inquinamento prodotto dello sversamento illecito dei rifiuti si trasferiscono più facilmente nell’ecosistema, potendo facilmente penetrare anche nelle falde acquifere profonde, a causa della mancata impermeabilizzazione del sito. Un’ulteriore preoccupazione deriva dal fatto che la discarica realizzata è ubicata proprio sotto la montagna, e a causa di eventuali fenomeni atmosferici si potrebbero determinare degli scivolamenti di acque piovane frammiste a fanghi, che, intercettando i materiali illecitamente sversati, diverrebbero ancora più pericolosi. Si fa presente che l’area dove è avvenuto l’illecito abbandono di tali rifiuti è altamente popolata e che alcune abitazioni distano solo pochi metri dal luogo dove sono stati accatastati i rifiuti abbandonati. Sin d’ora –come è evidente- tale accumulo di rifiuti rappresenta un grave inconveniente igienico sanitario, con possibili conseguenze nocive per la salute degli abitanti della frazione Torello, sottoponendo i residenti nelle abitazioni del Parco D’Amato ai forti disagi derivanti dall’alzarsi delle polveri, di cui non si conosce la composizione esatta. Gli attuali disagi sono acuiti anche dal proliferare di insetti, animali e rettili, che proprio nella discarica trovano un habitat positivo per il loro riprodursi. In considerazione della pericolosità dell’abbandono, si chiede di intervenire, espletando gli accertamenti e le altre attività di cui all’articolo 14 del d.lgs 22\97 e di provvedere alla caratterizzazione delle sostanze abbandonate, individuando un’idonea discarica per il trattamento dei rifiuti, dove conferire la quantità di rifiuti illecitamente abbandonata nell’area segnalata. Si chiede altresì di provvedere a fare effettuare il ripristino dello stato originario dei luoghi e a potenziare il servizio di vigilanza sia nella frazione Torello, che sull’intero territorio comunale, per reprimere sul nascere ogni simile atto illecito. VERDI M.S.Severino

Sant'Eustachio: discarica nel campo di calcetto

Invece del campo di calcetto c’era una discarica di inerti. Gli abitanti delle palazzine Iacp di S.Eustachio dovevano patire i disagi di uno sversatoio illecito di scarti dell’edilizia, proprio sotto i propri balconi di casa. I cumuli di rifiuti venivano riversati nell’area dove già dal 2005 doveva esserci uno spazio sportivo dedicato ai ragazzi della frazione sanseverinese. Grazie all’intervento dei Verdi la discarica di inerti è stata prontamente rimossa e i lavori di realizzazione della struttura sportiva finalmente iniziati. “Come Verdi –dichiara il portavoce degli ambientalisti Raffaele Grimaldi- a fine luglio abbiamo provveduto a denunciare l’anomala discarica di materiali inerti in un’area pubblica a ridosso delle palazzine di via S. Felice, 5.” Il luogo, dove erano stati accumulati gli scarti di attività edilizie, era stato individuato dall’amministrazione comunale come zona dove realizzare un campetto di calcio. Una bruttissima beffa per i cittadini di S.Eustachio. Sino all’intervento dei Verdi del campetto di calcio rimanevano le promesse e un illeggibile tabellone vecchio di due anni, che prevedeva una spesa lorda di 68.905,76 euro. Di lordo però qui c’erano solo i rifiuti, la polvere e gli insetti. “Come Verdi –continua Grimaldi- siamo ancora più sorpresi dallo strano accumularsi dei materiali di risulta di varie attività edilizie, in uno spazio pubblico, di certo non destinato a discarica di materiali inerti.” Nella nota di luglio alle autorità i Verdi sanseverinesi avevano chiesto di effettuare tutti gli interventi opportuni, per chiarire quanto stava avvenendo nell’area delle palazzine di S.Eustachio, garantendo in tempi rapidi l’immediata e corretta rimozione dei materiali abbandonati e che fosse finalmente realizzato in tempi brevi il campo di calcetto per i giovani di S. Eustachio. “Ritenevamo inaccettabile -conclude il portavoce Grimaldi- che per la sua realizzazione fossero stati persi oltre due anni inutilmente. Ora siamo soddisfatti, e con noi tutti i cittadini di S. Eustachio per la bonifica dell’area e per l’accelerazione data alla realizzazione dell’impianto sportivo”. Emilio Esposito

Mattanza di cani randagi

E’ ripresa la mattanza dei randagi. Nella Valle del’Irno c’è preoccupazione per le sorti di molti animali che scompaiono illegalmente. A lanciare l’allarme è il gruppo dei Verdi sanseverinesi, che ha segnalato ai Carabinieri e alle autorità comunali di Mercato S. Severino, Fisciano e Calvanico l’inquietante situazione. “Da un po’ di tempo ci arrivano segnalazioni di molti cittadini su casi di avvelenamenti e maltrattamenti di cani sul territorio della Valle dell’Irno. In particolare i cittadini ci hanno segnalato la presenza di un furgone di color grigio che si aggira per le nostre strade, specie di mattina presto o di sera tardi, dal quale -alla vista di un cane in strada- scendono due uomini che -con fare violento- afferrano con cappi il povero malcapitato cane e lo sbattono senza complimenti al suo interno. Inoltre, sempre dal furgone grigio, i suddetti uomini sono stati visti spargere sostanze sospette ai lati delle strade o somministrarle ai cani che incontrano: fatto sta che dopo un po’ di tempo, si registrano morie, dopo strazi atroci, di cani avvelenati nella zona interessata.” Il gruppo dei verdi saseverinesi ha allertato le Autorità costituite, le Forze dell’Ordine, affinchè sia stroncato rapidamente e con le misure più drastiche questo barbaro crimine. “Abbiamo fiducia nell’operato delle forze dell’ordine anche richiamandoci alle circolari del Ministero dell’Interno che invitano alla vigilanza circa i maltrattamenti sugli animali e l’illegale commercio che si fa dei poveri animali, specie i cani, usati dalle organizzazioni criminali per scommesse sulle lotte tra i cani, o venduti illegalmente per essere sottoposti alla vivisezione. Chi guida il furgone grigio deve sapere che non può più muoversi impunemente sulle nostre strade e pensare di cavarsela.” Il problema della giusta armonia tra uomo e animali però è anche alla base di un ulteriore impegno dei Verdi sanseverinesi che hanno anche richiesto ai Sindaci dei Comuni di Calvanico, Fisciano, Mercato San Severino informazioni sull’esistenza di convenzioni in atto con canili privati e con accalappiacani che agiscono sul territorio e sul destino dei cani catturati. “In particolare chiediamo al Sindaco del Comune di Mercato San Severino di informare la cittadinanza sulla situazione del canile Municipale, specialmente da quando vi sono stati esclusi, in contrasto con le leggi vigenti, tutti i volontari che avevano chiesto di lavorarci gratuitamente. Facciamo presente che alla stragrande maggioranza della cittadinanza sta a cuore verificare la sorte ed il normale benessere dei cani ospitati nella struttura, specialmente nella situazione climatica di caldo estremo che sta colpendo la zona. Per noi Verdi il grado di decoro di una comunità non si misura con i proclami, ma con una seria organizzazione della qualità della vita, che presuppone il rispetto per ogni essere vivente.” Giuseppe Esposito responsabile Tutela Animali Verdi M.S.Severino

Un impianto di compostaggio a Mercato San Severino

Finalmente un impianto di compostaggio a Mercato S. Severino. L’annuncio dell’Assessore Regionale Ganapini recepisce una proposta fatta dai Verdi sanseverinesi sin dal lontano 2004. La realizzazione dell’impianto di compostaggio era uno dei punti prioritari della campagna elettorale amministrativa del partito del “Sole che ride” e venne ufficializzata in un documento trasmesso al Sindaco D’Auria e ai gruppi consiliari il 22 dicembre del 2005. “La nostra proposta, -dichiara il responsabile dei Verdi Raffaele Grimaldi- anche in considerazione dei notevoli risultati ottenuti da S. Severino nella raccolta differenziata, partiva da una serie di motivazioni quali: l’aumento del trend demografico, con una comunità sempre più urbanizzata e meno agricola, con un notevole incremento degli scarti organici rispetto al passato, e dalla constatazione che i nostri concittadini erano divenuti esperti nella differenzia-zione del rifiuto umido, determinando un apprezzabile recupero dell’organico. Inoltre, sul territorio è forte la presenza delle filiere orticole e conserviere con elevati quantitativi di scarto organico di origine agro-industriale. E queste preliminari osservazioni sulle quantità di compost a disposizione portavano a delle scelte antitetiche: o perdere queste risorse o utilizzarle, con indubbie ricadute ambientali, sociali ed economiche. Era evidente che tali fattori positivi dovessero portare a dei benefici anche occupazionali. Per noi Verdi, l’impianto di compostaggio ad alta tecnologia, doveva e deve essere innanzitutto conosciuto ed accettato dalla popolazione e dagli attori sociali, prevedendo l’inserimento di “meccanismi di garanzia”, con l’introduzione di forme di partecipazione e responsabilizzazione di semplici cittadini e/o attori sociali (associazioni ambientaliste, associazioni di categoria degli agricoltori, sindacati). Noi pensavamo ad un impianto tra 5.000 e 10.000 tonnellate, al servizio del territorio comunale, con ritiro degli scarti alimentari delle mense dell’Università, ubicate a Fisciano, e dell’organico proveniente dalla dai comuni limitrofi della Valle dell’Irno. Il previsto dimensionamento a 20.000 tonnellate, per noi Verdi non è motivo di ostacolo, se sono garantite le migliori tecnologie esistenti. Le ricadute positive saranno per l’intero comprensorio della Valle dell’Irno con produzione di compost di qualità da fornire alle aziende florovivaistiche e alle aziende agricole del territorio, e si potrà determinare la creazione di posti di lavoro -non solo all’interno dell’impianto- ma anche nelle attività dell’indotto (trasporti e manutenzione). La realizzazione dell’impianto di compostaggio consentirebbe ai comuni del comprensorio un indubbio risparmio economico, evitando di conferire fuori provincia i rifiuti umidi da trasformare. Oggi il costo del trasporto in Sicilia ammonta a circa 145 euro a tonnellate, con l’impianto in loco la spesa sarebbe almeno dimezzata. Già nella missiva inviata al Sindaco per noi Verdi sanseverinesi la gestione di tale impianto doveva essere assolutamente pubblica.

Ecco la nostra proposta per l'impianto di compostaggio inviata all'Amministrazione Comunale Prot.29\12-22 dicembre 2005
REALIZZAZIONE IMPIANTO COMUNALE DI COMPOSTAGGIO A M. S. SEVERINO

La nostra comunità è divenuta sempre più urbanizzata e meno agricola, pertanto percentualmente la quantità di sostanza organica nel rifiuto urbano è più elevata rispetto al passato, quando gli scarti alimentari venivano usati in modo automatico nella coltivazione dei terreni e nell’allevamento degli animali da fattoria. -I nostri concittadini sanseverinesi oramai abitualmente sono “esperti” nella differenziazione del rifiuto umido, determinando un apprezzabile recupero dell’organico, che viene sottratto alle forme classiche di smaltimento in discarica. -Nel nostro territorio è evidente la presenza di elevati quantitativi di scarto organico di origine agro-industriale, visto lo sviluppo locale delle filiere orticole e conserviere. Queste preliminari osservazioni sulle quantità di compost a disposizione portano a delle scelte antitetiche: o perdere queste risorse o utilizzarle, con indubbie ricadute ambientali, sociali ed economiche, ed anche con indubbi positivi effetti per il miglioramento della qualità della vita sul nostro territorio. Dal punto di vista ecologico un altro aspetto va rimarcato con decisione: il riciclaggio della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti urbani tramite produzione di compost è indispensabile per combattere una nuova piaga ecologica di questo secolo, i processi in atto di desertificazione, che colpiscono vaste zone del Sud del nostro paese. Ciò determina l’utilissimo impegno a proteggere il suolo del nostro comune, anche in previsione di future alterazioni climatiche, adoperando tutti gli strumenti naturali a disposizione. Questi fattori ci inducono come Verdi sanseverinesi a proporre la realizzazione di un impianto di compostaggio sul territorio comunale di Mercato San Severino. Impianto di compostaggio ad alta tecnologia, che deve essere innanzitutto conosciuto ed accettato dalla popolazione e dagli attori sociali, senza inutili drammatizzazioni ideologiche, tenuto conto che trattasi di struttura all’interno della quale viene favorito un processo naturale abilmente praticato dai nostri avi, ossia la fermentazione degli scarti di origine alimentare e vegetale. E’ indispensabile che si giunga ad una completa e consapevole condivisione, con la elaborazione di linee guida, che garantiscano la piena funzionalità dell’impianto nell’assoluto rispetto della normativa vigente, tutelando l’ambiente e la salute . E’ opportuno prevedere l’inserimento di “meccanismi di garanzia” della comunità locale, con l’introduzione di forme di partecipazione e responsabilizzazione di semplici cittadini e/o attori sociali (associazioni ambientaliste, associazioni di categoria degli agricoltori ecc…) rispetto ai processi gestionali, con la preventiva predisposizione di adeguati ed efficaci riferimenti regolamentari, permettendo una reale trasparenza dei processi e delle prestazioni dell’impianto. Ciò può essere realizzato con la realizzazione di una carta dei servizi o protocollo d’intesa tra gli attori sociali, che fissi condizioni tanto vincolanti che propositive circa il miglior funzionamento possibile. Garantito il responsabile coinvolgimento degli attori sociali e dei cittadini, assicurata l’efficiente e sicura funzionalità di un moderno impianto di compostaggio, rispettoso dell’ambiente e della salute pubblica e stabilite le regole condivise circa l’origine (territorio comunale, con al massimo il ritiro degli scarti alimentari delle mense dell’Università di Salerno, ubicate a Fisciano), i flussi (quantitativi massimi in entrata con la giusta miscelazione tra FORSU e materiali ligneocellulosici) ed il controllo qualità della frazione organica in ingresso, possono essere meglio apprezzati i vantaggi che l’impianto di compostaggio può comportare : - stimolo all’incremento delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, con immediati benefici per l’ambiente circostante; - produzione di compost di qualità da fornire alle aziende florovivaistiche del territorio e alle aziende agricole comunali e provinciali, particolarmente impegnate nelle coltivazioni biologiche di prodotti tipici locali; - creazione di posti di lavoro -non solo all’interno dell’impianto- ma anche nelle attività dell’indotto (trasporti e manutenzione); - favorire lo sviluppo di strategie di marketing e commercializzazione del compost di qualità prodotto, stabilendo una propria rete di mercato in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (anche in questo caso si creerebbero ulteriori opportunità di lavoro e nuova occupazione). - L’utilizzo di un impianto di compostaggio sul proprio territorio consentirebbe al Comune di M.S.Severino un indubbio risparmio economico, evitando di conferire fuori provincia i rifiuti umidi da trasformare, con un ulteriore notevole abbattimento dei costi nel trasporto e nell’utilizzo dei mezzi. Ciò garantirebbe anche una maggiore presenza delle maestranze lavorative, che verrebbero operativamente impiegate sul territorio, e sottratte a stressanti attese presso l’attuale impianto di Pomigliano. Secondo i Verdi sanseverinesi la gestione di tale impianto deve essere assolutamente pubblica e a carico dell’ente Comune di Mercato San Severino, che nelle fasi di esercizio potrà avvalersi della collaborazione della società mista comunale Gesema, che già opera anche nel settore della raccolta differenziata, o ricorrendo a delle prestazioni di cooperative sociali, formate da cittadini residenti nel territorio comunale sanseverinese. Si trasmette tale proposta di massima all’Amministrazione Comunale di Mercato San Severino, che tramite i propri uffici tecnici e contabili potrà predisporre nel dettaglio gli interventi amministrativi indispensabili per la sua realizzazione. Distinti saluti Il Portavoce Raffaele Grimaldi

Il capolinea dei bus è pericoloso

La scelta di realizzare i box in piazza Siani, tra i tantissimi problemi creati, ne comporta anche uno a dir poco pericoloso. I pulman di linea, che stazionavano in piazza, dove erano anche predisposte pensiline e banchine per la salita e la discesa dei passeggeri, si trovano ora a dover fare capolinea lungo la strada. In queste prime settimane, già alcune volte si è sfiorato l’incidente. L’incolumità del personale viaggiante del Cstp e dei passeggeri è messa a repentaglio. L’alta recinzione dei lavori dei box, la carreggiata ristretta e la mancata segnaletica di avviso di pericolo possono determinare gravissime situazioni, in particolar modo dall’imbrunire in poi e nelle giornate piovose. E non è una situazione provvisoria di pochi giorni. Dagli inizi di marzo gli autobus si incolonnano lungo il perimetro degli ex capannoni della fabbrica Stile, e spesso agli autisti è capitato di dover superare auto parcheggiate in male ed effettuare difficoltose manovre. Nei pressi del “nuovo” capolinea i pedoni sono a rischio a causa di vetture che sfrecciano ad alta velocità. Per evitare guai occorrono più controlli e la predisposizione di opportuni cartelli segnaletici.

Box di Piazza Siani, un fallimento!

Invenduta! L’opera più fallimentare del duo Romano D’Auria è rimasta sul groppone dell’amministrazione, che per l’ennesima volta ha emesso un bando di vendita. Da due anni non ci sono acquirenti per i box auto di Piazza Siani, ma chi amministra la città, di fronte ad un palese disinteresse, ha fatto iniziare i lavori. Dopo l’avviso pubblico del 13/11/2006 e dell’avviso del 02/04/07 è stato emesso un nuovo bando, perchè da oltre diciotto mesi sono rimasti “disponibili” per la vendita n.7 box da mq.23 e n.17 box da mq.22. Il prezzo di vendita al metro quadrato dei box-auto è stato fissato in € 1.750,00 oltre le spese di registrazione dell’atto pubblico di cessione. Gli assegnatari dovranno versare, a titolo di prenotazione e di caparra, la somma di € 10.000 (diecimila) entro venti giorni dalla data in cui riceveranno la formale comunicazione dell’assegnazione. Una testardaggine amministrativa di rara memoria. Alterando tutte le logiche di mercato si è prodotto un guasto urbanistico davvero incomprensibile, per la voglia di monetizzare qualche entrata. Sarebbe stato meglio realizzare in Piazza Siani, nel centro del capoluogo, assediato da brutti palazzi e dal cemento, un grande parco verde, per i bambini e i giovani, in una realtà sanseverinese particolarmente asfittica e con pochissimi spazi di aggregazione sociale.La realtà è che a Palazzo Vanvitelli, invece di prendere atto della brutta figura e chiedere scusa alla comunità, per aver sprecato soldi per un progetto fallimentare, si sono incaponiti nel riproporre l’esosa offerta, che altro non è che un flop ingegneristico, uno spreco finanziario e uno sconcio ambientale.

Acqua, le proteste contro la Gori

La Gori invia bollette esose, tra le proteste di tanti cittadini. Per il consumo idrico, ai cittadini sanseverinesi stanno arrivando altissime richieste di pagamento. Anche in assenza di consumo, come nel caso dei garage, viene addebitato e richiesta la riscossione del costo fisso per il canone. Una buona notizia per tutti i consumatori arriva però da Angri, dove il giudice di pace ha condannato la Gori al risarcimento di tutti gli introiti percepiti in via “preventiva”, come si legge anche sulle bollette inviate agli utenti sanseverinesi. Bisogna pagare solo ciò che si consuma. Come Verdi possiamo consigliare ai nostri concittadini di controllare bene le bollette prima di pagare. I servizi relativi alla distribuzione ed erogazione dell’acqua devono ritornare totalmente pubblici, togliendo ogni gestione alle società private.

SAN VINCENZO: il pateracchio delle biomasse

Un mostro ecologico a 158 metri dal Parco “Santina Campana” e in mezzo ad altre popolose frazioni. Un impianto di biomasse per il trattamento degli scarti delle industrie conserviere, dei fanghi della depurazione e di rifiuti speciali era stato “pensato” tra le frazioni di San Vincenzo, Sant’Angelo, Lombardi e Curteri. Fortunatamente, la vibrante opposizione ambientalista e dei residenti a tale decisione ha vanificato il progetto. La posizione del portavoce dei Verdi sanseverinesi, Raffaele Grimaldi, è stata sin da subito netta. “Il primo dato che emerge da questa pericolosa scelta è l’assoluta mancanza di rispetto delle popolazioni, che avrebbero dovutoo subire l’impianto. Come sempre questa amministrazione di destra non fa partecipe i cittadini delle proprie decisioni, anche dirompenti. Troviamo assolutamente ingiusto che per accontentare il Presidente Nazionale dell’Anicav si sia scelto per realizzare il sito un ampio terreno a ridosso di grossi centri abitati e soprattutto in prossimità dell’azienda conserviera “Fontanella”. Riteniamo che negli attuali amministratori ci sia una palese confusione su quella che deve essere la vocazione del territorio delle frazioni che vanno da Lombardi a Sant’Angelo. Proprio in quest’area si è assistito a un mega assalto cementizio, con un fortissimo incremento della densità abitativa. Ora accanto ai sempre contestati piani lottizzatori, al decentramento didattico delle scuole del capoluogo, l’amministrazione -invece di creare gli opportuni servizi- aveva pensato di creare un impianto di smaltimento dei rifiuti speciali. E’ puro caos programmatico! Per il duo che ci amministra va bene tutto e il contrario di tutto. L’impianto progettato, di 30.000 metri quadrati sulle sponde del torrente Solofrana avrebbe creato tantissimi disagi ai cittadini, essendo l’opera al servizio delle industrie conserviere dell’agro, che avrebbero movimentato tonnellate e tonnellate di rifiuti industriali, con l’utilizzo di migliaia di grossi camion, congestionando ulteriormente la già drammatica situazione del traffico. Come Verdi non siamo contrari a questo tipo di impianto, ma abbiamo sempre ribadito che va fatto in aree idonee e non a ridosso delle abitazioni e in mezzo a popolose frazioni. Creare l’impianto tra le case di San Vincenzo sarebbe stato un pateracchio inaccettabile. Sin da subito la nostra opposizione a questa localizzazione è stata assoluta, per garantire il benessere e la qualità della vita a migliaia di nostri concittadini sanseverinesi, che vivono in un’area già particolarmente disastrata dal punto di vista ambientale.

Piazza Municipio: progetto pacchianata

Un progetto pacchianata può stravolgere la piazza più importante di San Severino. Piazza Ettore Imperio rischia di essere “sfregiata” da una fontana pseudo-monumentale, progettata da un duo di architetti. La presunta opera d’arte raccoglie il ristagno dell’acqua in un ovaloide lungo trenta metri, che dall’inizio della piazza arriva sino alle rampe di accesso alla scuola media S.Tommaso. Un muretto di protezione alto 50 centimetri, circonda il perimetro della fontana, che alle spalle è chiusa da un muro alto due metri, che si ergerebbe proprio davanti alle finestre del primo piano della Scuola Media. Disegnati sulla parete di questo muro gli stemmi delle frazioni sanseverinesi. Gli azuelos, appunto, che a Siviglia ricordano tutte le comunità spagnole. Un capolavoro (si fa per dire) contestato con una circostanziata nota, sul Corriere del Mezzogiorno del 3 maggio 2008, dal Prof. Mario De Cunzo. Per il docente di Analisi dei Centri Storici, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la fontana, che vorrebbe realizzare il Comune è un’opera antivanvitelliana, che potrebbe far perdere, dopo secoli di squisito decoro architettonico, uno dei siti più belli del nostro Paese. Noi Verdi riteniamo dannoso tale scempio, sia per la valenza storico culturale della piazza e del maestoso Palazzo Vanvitelli, sia per rispetto verso i ragazzi e i docenti che vedrebbero oscurate le loro aule, sia per evitare di sprecare denaro pubblico, in un momento particolarmente difficile. Anche la sede sanseverinese di Italia Nostra si sta impegnando contro tale progetto e siamo sicuri che la realizzazione di questo obbrobrio verrà impedito dalla Soprintendenza.

martedì 27 gennaio 2009

Il raccordo Av-Sa non sarà messo in sicurezza

Il Governo Berlusconi non metterà in sicurezza il raccordo Avellino - Salerno. Per accontentare i lobbisti del ponte sullo stretto e i leghisti, questa opera sarà tagliata dai finanziamenti. Meglio qualche contentino al Nord che un’infrastruttura necessaria al Sud. Il miglioramento del raccordo, dopo anni di battaglie ambientaliste sembrava cosa fatta. Nel giugno del 2007, il Governo Prodi, che ben presto come meridionali rimpiangeremo, aveva approvato il progetto preliminare, proposto dall’Anas (proprio come noi Verdi avevamo sempre auspicato) e che si concretizzava grazie all’impegno della Senatrice del Sole che Ride Anna Donati, della deputata verde Grazia Francescato e per l’impegno dell’onorevole del Pd, Tino Iannuzzi. Ora i soldi saranno dirottati al Nord e per tentare di ricompensare tutte le coponenti filo-ponte, che in Sicilia si sono date da fare, per la realizzazione di uno spreco assurdo. Tutto ciò con la masima non curanza delle necessità della nostra comunità. L’ammodernamento e l’ampliameno del raccordo autostradale Salerno-Avellino, che collega le autostrade A3 Salerno-Reggio Calabria, A30 Caserta-Salerno e A16 Napoli-Canosa, e per l’adeguamento della strada statale 7 «Appia» e «7 bis» fino allo svincolo di Avellino est dell’A16, avrebbe consentito alla viabilità ordinaria maggiore scorrimento e alle comunità della Valle di respirare, abbattendo l’affollamento dovuto al transito in aumento dei mezzi pesanti. L’intervento, per uno sviluppo complessivo di 35 km ed un costo pari a circa 900 milioni di euro, rientrava fra le infrastrutture strategiche legate alla realizzazione del Corridoio europeo intermodale n.1, come individuate dalla Delibera CIPE 121/01 (Legge Obiettivo). Purtroppo, tale ampliamento non verrà fatto. Importanti fonti giornalistiche nazionali hanno dato l’allarme. La Salerno-Avellino, divenuta un inferno proprio nel tratto da Mercato San Severino a Salerno, specie allo svincolo di Fratte e anche nel senso di marcia inverso da Salerno almeno fino a Fisciano, continuerà ad essere inadeguata a sopportare il notevole traffico. “Eppure, ci sono state troppe tragedie e lutti su questo raccordo ed era giusto e doveroso intervenine- dichiara Raffaele Grimaldi, portavoce dei Verdi sanseverinesi- speravamo che i lavori potessero essere rapidi, per alleggerire tutte le popolazioni della Valle dell’Irno dal carico viario e dall’inquinamento atmosferico e acustico, patiti in tutti questi anni. Ora questo non avverrà! In questo momento, -conclude Raffaele Grimaldi- tutti i cittadini che si erano illusi di ottenere dei miglioramenti con il nuovo-vecchio governo si dovranno ricredere. Berlusconi continua a fare leggi per sè e per i suoi!”

ACIGLIANO: la vasca fa sempre paura

La vasca fa sempre paura alla gente di Acigliano. Anche dopo i lavori di messa in sicurezza, seguiti agli allagamenti dell’autunno scorso, i cittadini avvertono un senso di insicurezza. Gli interventi di “riparazione” sollecitati dal Presidente della Commissione Ambiente della Regione, on. Michele Ragosta, sono stati fatti in modo opportuno -finalmente- ma lascia perplessi la volontà di creare un piccolo bacino di drenaggio dei sedimenti del fiume. Una scelta che dal punto di vista ambientale è quantomeno ingiustificata. Lasciar decantare a ridosso delle abitazioni i rimasugli chimici del torrente Solofrana è difficile da comprendere. Le acque contengono contaminanti notevoli ed è notorio che nell’alveo, le varie analisi svolte dai privati e dai vari enti pubblici hanno sempre rinvenuto cromo, nichel, piombo ed altri componenti che salubri davvero non sono Altra considerazione. In casi di esondazioni successive il carico inquinante che si riverserà nei terreni sarà sproporzionato e senza giustificazione. Per noi Verdi, come già più volte dichiarato pubblicamente, non era proprio il caso di realizzare delle vasche di laminazione così vicino al paese. Di fronte agli straripamenti e ai notevoli rischi ai quali sono state sottoposte le popolazioni, le opere di rafforzamento erano necessarie, così come è stata positiva la progettazione di una piantumazione degli alberi lungo il perimetro dell’invaso, lasciando gli spazi utili alla manutenzione corretta della vasca. Per noi Verdi, così come evidenziato anche dal Comitato Cittadino di Acigliano, occorre allestire in tempi rapidissimi un efficace sistema di allarme, collegato con la protezione civile, che possa servire di preavviso e salvaguardia per tutti i residenti della zona. Questa è una necessità prioritaria, insieme alla cancellazione del progettato bacino di decadimento dei reflui inquinanti del torrente. La vita con la vasca a ridosso non sarà facile, ma tutti hanno l’obbligo di alleviare le sofferenze e di eliminare tutti i pericoli per gli abitanti di Acigliano.

Sigilli al Parco Comunale del Boschetto

Sigilli al cantiere comunale del “Parco del Boschetto”. Il giudice Cantarella ha disposto il sequestro dell’area dove l’amministrazione voleva realizzare una via di penetrazione all’interno della zona boscata della collina del Castello dei Principi Sanseverino. Il magistrato, riscontrando palesi violazioni, ha affidato ai Carabinieri della Polizia Giudiziaria del Tribunale di Salerno il compito di eseguire il dispositivo di sequestro n.9027\08\21 “E’ un epilogo giusto e doveroso, che pone fine ad un capriccio devastante e costoso del duo Romano-D’Auria. Il sequestro del cantiere –dichiara il portavoce dei Verdi sanseverinesi Raffaele Grimaldi- è anche un chiaro monito a tecnici, impiegati, costruttori. La volontà di Romano non è legge! San Severino è ancora parte integrante della nazione italiana e tutti devono rispettare l’ordinamento giudiziario”. A determinare l’intervento della magistratura è stata la violazione di una sospensiva immediata dei lavori nella collina del Boschetto, emessa dalla Soprintendenza per i Beni Paesaggistici di Salerno. Nel dispositivo del 6 ottobre scorso, firmato dal funzionario del Procedimento Giovanni Villani e controfirmato dal Soprintendente Enrico Guglielmo, emergeva come la struttura di via Botteghelle fosse stata tenuta all’oscuro dell’avvio dei lavori. Con l’atto 26739 si imponeva pertanto all’amministrazione comunale di sospendere i lavori e di regolarizzare la posizione, pena l’intervento dell’Autorità Giudiziaria. Da Palazzo Vanvitelli invece hanno proseguito nei loro intenti. “Siamo sconcertati da questo atteggiamento degli amministratori, spiega il portavoce dei Verdi Raffaele Grimaldi- Continuare ad intestardirsi nell’esecuzione di un progetto già fortemente contestato dalla comunità e dispendioso delle risorse economiche non trova alcuna spiegazione logica, per giunta in presenza di un chiaro dispositivo della Soprintendenza. La legalità non si fa soltanto chiacchierando dei sacchetti della differenziata, ma rispettando le leggi e gli apparati dello Stato, preposti al controllo. Noi Verdi sanseverinesi davvero non capiamo il motivo per cui, per oltre due settimane, si è snobbato un atto ufficiale, irridendo delle alte figure dello Stato, che peraltro già in data 3 ottobre 2008 con la nota 26497 avevano invitato l’amministrazione comunale di Mercato San Severino ad attivare le procedure per la verifica di compatibilità paesaggistica e le procedure previste dall’articolo 167 del D.Lvo 42\2004. Come Verdi siamo grati alla Magistratura, ai Carabinieri del Tribunale di Salerno e alla Soprintendenza che hanno svolto che correttezza il proprio compito. Abbiamo sempre osteggiato la realizzazione della devastazione nell’area boschiva più lussureggiante del capoluogo, ultimo polmone di verde in una città cementificata e abbruttita, però ora ci dobbiamo porre anche un altro problema creato dal duo Romano e D’Auria: i costi dei loro capricci e dei vari contenziosi legali chi li dovrà pagare? I fantomatici lavori per la realizzazione del Parco del Boschetto dovevano essersi già conclusi tre anni fa, per la precisione a far data dal 26 maggio del 2005; ma dopo aver speso quasi cinquecentomila euro e con oltre tre anni di ritardo, il Parco (fatto di cemento e asfalto!) non è stato ancora consegnato alla collettività sanseverinese e per giunta adesso c’è anche la gravissima beffa del sequestro del cantiere!”

Trenitalia contro i graffiti, ma la volgarità è impunita

“Cancellate subito l’offesa al Sindaco! I tecnici delle Ferrovie che -tanto solerti- hanno denunciato l’imbrattamento del sottopassaggio ferroviario della stazione di M.S.Severino, definendolo non solo un danno patrimoniale all’azienda, ma come un gesto che ha degradato un bene pubblico e la collettività, da oltre un anno fanno finta di non vedere una frase ingiuriosa rivolta al primo cittadino sanseverinese”. Raffaele Grimaldi –portavoce dei Verdi, da sempre oppositori alla maggioranza in carica- ritiene che ci sia una sproporzione tra quanto Trenitalia denuncia e le azioni concrete poi poste in essere. A deturpare realmente non sono i colorati graffiti giovanili, ma una frase “Sindaco fallito” che da moltissimi mesi i pendolari leggono e commentano. La scritta è apparsa su un deposito delle ferrovie, proprio di fronte alla pensilina di attesa dei treni, nell’autunno del 2007. “Come Verdi abbiamo combattuto il sindaco D’Auria in campagna elettorale e ne osteggiamo le scelte amministrative, ma non possiamo permettere che sia vituperato l’uomo e l’istituzione che governa la città. Sia il disegno che lo slogan non sono dei migliori, anche se testimoniano lo stato di malessere che serpeggia a S. Severino. E’ la documentazione visiva che qualcosa non va e non viene accettata –continua Grimaldi-. La città azienda, con colate di cemento, grigio, sporco e brutto non piace e ciò viene indicato chiaramente nel giudizio-slogan e il responsabile viene individuato chiaramente. E’ un motto duro, che è non solo racconta un disagio, ma diviene anche cronaca sociale di una città che non piace. Ma è anche un’offesa istituzionale. Già nel numero della nostra rivista “Nonsolo Verde” del marzo 2008 ponemmo il problema dei graffiti alla stazione. Ora, visto che i dirigenti di Trenitalia hanno dichiarato che la spesa per rimuovere i graffiti ammonterà a 3.000 euro, il consiglio che come Verdi diamo è che aprissero gli occhi e provvedessero a togliere l’ingiuria, che colpisce tutta la comunità sanseverinese.

Proposta di Parco Letterario San Tommaso d'Aquino

I Parchi Letterari sono i luoghi dell’ispirazione di grandi autori della Cultura e sono centri di educazione alla lettura, alla storia, alle arti e di formazione al gusto, al bello, rappresentando un appagamento non solo delle esigenze materiali, ma anche delle esigenze dello spirito e della riflessione. I Parchi Letterari coniugano in modo suggestivo il rapporto tra uomo, natura, immaginazione e indicano i percorsi del pensiero e dello scibile. Come Verdi sanseverinesi vogliamo restituire memoria, stimoli e orgoglio alla nostra comunità, creando premesse di crescita culturale e dando slancio a nuove opportunità economiche e lavorative sul nostro territorio. Vogliamo ridare un’anima al nostro paese, che deve rimodellare un suo futuro sostenibile, con visioni migliori della qualità della vita e del benessere di tutti, senza più tendere ad un falso progresso, degradante per l’ambiente, per le intelligenze e per lo spirito. Con questi obiettivi, avviamo la discussione per creare un Parco Letterario a Mercato San Severino, dedicato ad un grande della Chiesa Cattolica, San Tommaso d’Aquino. I legami indiscussi e forti, che saldano nella nostra coscienza collettiva il ricordo del Dottor Angelico, a distanza di sette secoli dalla sua scomparsa, sono la base essenziale della richiesta di costituzione del Parco. Accanto a quelle che possono essere delle motivazioni di carattere sociale, psicologico e antropologico, che verranno approfondite, ci sono anche delle incontestabili valenze storiche, che indicano nel nostro paese uno dei luoghi intimi di San Tommaso. Nel castello hanno vissuto due sorelle del Santo, spose di due principi Sanseverino: Teodora moglie di Ruggiero II e Maria moglie di Guglielmo II. Nel periodo tra la fine del 1273 e gli inizi del 1274 S. Tommaso è venuto a San Severino. Ed è proprio nella cappella palatina del castello andò in estasi ed ebbe la premonizione della sua prossima fine e la sublime visione del Paradiso, al termine della quale pronunziò la celebre frase “…Ho visto delle cose che al loro paragone quello che ho scritto è paglia. E’ giunto ormai il termine del mio insegnamento”. Inoltre, dal 1924 in poi è venuta crearsi una vasta pubblicistica e una notevole attività di saggistica e di documentazione scientifica sulla presenza del Santo nel nostro paese e della sua alacre attività religiosa e di insegnamento presso la Scuola Medica Salernitana. Questi studi confermano i rapporti con la nostra comunità e sono di fondamentale supporto per l’avvio dell’iter di riconoscimento del Parco Letterario, che come Verdi vogliamo fare istituire. Il Parco si prefigge di diffondere la conoscenza del pensiero filosofico e religioso dell’Aquinate, di far conoscere la nostra storia e la nostra memoria, di procedere alla conservazione dei luoghi dell’ispirazione del Santo e di valorizzare senza stravolgimenti il territorio. Con il Parco Letterario, la nostra comunità sanseverinese, rafforzata nell’orgoglio civico, avrà occasione di promuovere nuove attività economiche legate al turismo, all’ambiente ed ai beni culturali. Con la creazione del Parco Letterario noi Verdi indichiamo una nuova strada per il nostro paese, che si porrà come punto di riferimento del mondo culturale della nostra area. Si realizzeranno attività fortemente collegate al territorio, con programmi rivolti al mondo della scuola e dell’Università –tra l’altro S. Tommaso è il patrono degli universitari e dei liceali- promuovendo studi, ricerche, premi culturali ed organizzando eventi, utilizzando anche le arti visive, la danza, la musica popolare di qualità, con un’ulteriore diffusione e conoscenza delle arti e dello spettacolo. Quello che delineiamo è un Parco culturale, con ricadute sociali e ambientali, con una forte valorizzazione turistica del nostro territorio. Tra chi usufruirà di questo Parco ci saranno le scuole e l’Università, e si avvieranno forme di turismo congressuale con un incremento occupazionale diretto e indotto da nuovi flussi di visitatori. In pratica il Parco Letterario, con l’effettiva fruizione dell’area archeologica del castello dei Principi Sanseverino, si articolerà con una serie di attività. Innanzitutto c’è bisogno di una sede attrezzata (computer, telefono, biblioteca), magari recuperando le strutture del convento di Sant’Antonio, in cui conservare materiale di promozione e luogo di appoggio per il personale in fase operativa, dove effettuare ricerche sull’arte, sulla storia, etnologia, antropologia, geologia del territorio ed elaborare l’ideazione di spettacoli, itinerari innovativi, pubblicazioni, convegni. Il percorso che avviamo, come primi proponenti del Parco Letterario, sarà un percorso PARTECIPATO, in cui tutti saranno protagonisti, e sarà un Parco che nascerà dal basso, in maniera veramente democratica. Per fare questo abbiamo pensato a delle tappe concordate di composizione della proposta. Il primo momento è quello in cui si viene a tratteggiare in maniera scientifica la figura di San Tommaso d’Aquino, essenziale per il riconoscimento. La proposta prenderà forma anche con gli incontri che si avranno con il mondo dell’associazionismo culturale, sociale e religioso di S.Severino, con gli operatori commerciali, i responsabili delle aziende di servizi, i rappresentanti del mondo agricolo, gli operatori turistici della Valle dell’Irno, e le delegazioni dei sindacati dei lavoratori. Al termine di questi incontri con le rappresentanze culturali, sociali, economiche e sindacali verrà congiuntamente stilato il documento finale che sarà trasmesso contemporaneamente alla Fondazione Ippolito Nievo e all’amministrazione comunale di M.S.Severino per gli opportuni passaggi costitutivi.