giovedì 18 giugno 2009

SI RILANCI LA SFIDA

Rosario Pesce

Il dato elettorale dello scorso 6 e 7 giugno non è stato, certamente, esaltante per le forze del Centro-Sinistra, sia a livello nazionale, che nel nostro Comune. Data per scontata la vittoria del Centro-Destra, si ipotizzava che il Mezzogiorno d’Italia desse un segnale forte, penalizzando il partito del Presidente del Consiglio ed invece proprio le regioni del Sud continentale hanno premiato il P.D.L., evitando che questo turno di elezioni europee segnasse una disfatta per la formazione berlusconiana, fortemente penalizzata altrove dai successi della Lega Nord e del Movimento Autonomistico di Lombardo. A Mercato San Severino, in vista delle elezioni comunali, si ipotizzava, prima del voto, il ballottaggio, che non è stato raggiunto, vista la vittoria al primo turno dell’Amministrazione uscente, con una percentuale che, di poco, ha superato il 60%. È un risultato, questo, che appare invero disastroso, ma che nasconde delle chiavi di lettura assai complesse. Innanzitutto, per la prima volta dal 1995, il sindaco, Giovanni Romano, consegue meno voti (circa duecento) delle liste a lui collegate, a testimonianza del fatto che il copioso consenso, che egli ha conseguito, è derivato molto più dal quindicennio di gestione del potere, che non da un autentico e spontaneo entusiasmo di massa, che – a guardare bene le piazze, in occasione dei comizi, nel mese di campagna elettorale – premiava maggiormente la candidatura di Ansalone. Quest’ultimo, da parte sua, ha ottenuto infatti ben ottocento voti più delle sue liste, a dimostrazione del forte gradimento popolare, che egli è in grado di riscuotere tra i suoi concittadini. È la prima volta, da quando esiste il nuovo meccanismo di elezione del sindaco, che lo sfidante ottiene una percentuale (circa il 30%) così alta, ad ulteriore prova che la partita – anche se, poi, persa con ampio margine – è stata effettivamente giocata dallo schieramento di minoranza. Questi dati, quindi, ci suggeriscono una moderata cautela nella lettura del possibile futuro prossimo del nostro Comune: il 30% di consensi, ricevuti da Ansalone, rappresenta il punto di partenza per lo stesso candidato sindaco sconfitto, affinché egli, insieme ai quattro consiglieri eletti dalle sue liste, possa tenere sempre viva l’azione dell’opposizione consiliare, confrontandosi quotidianamente sia con quanti lo hanno sostenuto, che con quella parte di opinione pubblica locale che, non convintamente, ha votato Romano e che, nei prossimi mesi ed anni, potrebbe cambiare orientamento, in presenza di un segnale di forza e di vitalità da parte della minoranza. Inoltre, l’opposizione comunale deve tenersi pronta, perché le scadenze elettorali, a breve, non mancano: fra dodici mesi si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania e Mercato San Severino dovrà, nelle liste del P.D. e del Centro-Sinistra, esprimere un proprio candidato che, autorevolmente, rappresenti il fronte di forze civiche che, quest’anno, hanno sostenuto al Comune Ansalone: vorrà quest’ultimo, di nuovo, misurarsi con una competizione elettorale nella primavera del 2010? Egli sarebbe, certamente, il candidato ideale, anche perché un suo rinnovato sforzo elettorale consentirebbe di difendere e blindare il consenso ottenuto, evitando che altri – da destra – possano fare proditorie incursioni nel suo elettorato, che – nel caso di candidatura, dello stesso Ansalone, alle Regionali – andrebbe invece a consolidarsi e a crescere, ancora di più, intorno alla sua figura. Ci piace concludere quest’intervento, riprendendo le parole di Massimo D’Alema, che, in riferimento allo stato di salute dell’Esecutivo nazionale, ha dichiarato: “La vicenda italiana potrà conoscere nei prossimi mesi delle scosse, dei momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono un’opposizione in grado di assumersi responsabilità di governo.” Forse, ciò che D’Alema ritiene possibile per il Governo può valere, ad un livello più modesto, anche per la nuova Amministrazione Comunale di Mercato San Severino?

lunedì 1 giugno 2009

Le casse son vuote e il lavoro manca

Il lavoro che manca è la croce di questi anni. In più... le casse sono vuote! In sintesi è questa la fotografia della realtà sanseverinese, dopo anni di assoluto dominio di Romano. La propaganda non può nascondere tali verità, derivanti dallo sciupio delle risorse. Bisogna cambiare metodo nella gestione della cosa pubblica. La carenza dei posti di lavoro diviene sempre più drammatica. Le fantomatiche aree Pip, che dovevano creare occupazione per circa 400 giovani, sono “sotto utilizzate” e tanto è vero che al lavoro ci sono solo 120 persone. Pochi, pochissimi sono i sanseverinesi. La causa del fiasco delle aree industriali sanseverinesi è da ricercare nelle politiche amministrative adottate, con esosi costi a metro quadro, che di fatto hanno tenuto lontano gli investimenti delle aziende. Che fare dunque? Il presidente Obama, negli Usa, si sta rivolgendo alle politiche occupazionali “verdi”. Anche noi a Mercato San Severino su questo versante possiamo intervenire. Impegnarci per la salvaguardia del patrimonio boschivo, che costituisce i due terzi del nostro territorio comunale, creando opportune professionalità di manutenzione delle aree boscate con assunzioni di giovani lavoratori; avviare la decontaminazione dei suoli e delle acque, soprattutto lungo gli argini del Solofrana; rivalutare il ruolo del contadino, con promozione dell’alimentazione biologica nelle mense scolastiche e nelle mense universitarie. La corretta gestione dell’ambiente offre grandi opportunità. Nel 2004 ho proposto un impianto di compostaggio, per evitare di portare fuori regione (a 180 euro tonnellata) l’organico, con evidenti risparmi e la creazione di vero lavoro, con notevoli benefici per il nostro importante settore ortofrutticolo ed anche per l’economia, che ruota intorno alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Il lavoro che non c’è bisogna crearlo, investendo sul talento creativo e sulle proposte culturali. Da tempo abbiamo proposto l’istituzione del Parco Letterario “San Tommaso d’Aquino” con fondi europei e l’assunzione di 6-7 dipendenti, Parco che avrenbbe una notevole ricaduta per l’indotto commerciale e per i flussi turistici religiosi-culturali determinati. In più, bisogna sostenere gli artisti emergenti e l’arte, offrendo spazi, strumenti, pubblicazioni, formazione a tutto il ricco underground di musicisti, pittori,che esiste anche se invisibile. Credo che la svendita di Rotagas e il caso Gesema interessino moltissimo i cittadini, attenti alle spese familiari. Purtroppo la realtà cruda è che abbiamo aree Pip sotto utilizzate e gravi sprechi. Il fardello più pesante per tutti noi contribuenti sanseverinesi si chiama Gesema, (11 milioni di euro di debiti) che sta diventando municipalizzata, senza però il suo gioiello più prezioso: la rotagas in procinto di essere svenduta a privati... Perchè il Comune rileva i debiti e lascia la polpa agli estranei? Eppure Rotagas (51% quota Gesema) produce utili! Infatti, dal 2004 al 2007 (secondo i bilanci pubblicati sul sito della gesema) ha sempre realizzato importanti risultati d’esercizio, con un attivo di 752.354 euro. A proposito perchè non c’è traccia del bilancio della Gesema? Forse è troppo fallimentare per renderlo noto alla comunità? (Evviva la trasparenza!) Ricordiamo che tale società mista è stata costituita con denaro pubblico ed è dovere sacrosanto rendere conto ai cittadini dell’andamento di gestione (anche se pessimo) della Gesema. Siamo preoccupati, perchè, nell’arzigogolato operare delle scatole cinesi creato dall’amministrazione comunale, c’è troppa “commistione” di denaro pubblico per comprare e vendere società, le cui finalità sono “incomprensibili”...

Raffaele GRIMALDI

In molti si candidano al Consiglio Comunale di Mercato San Severino, pochi hanno realmente agito nell’interesse del paese. Se è legittimo avere proprie aspirazioni individuali, meno nobile è manifestare un impegno al “servizio del prossimo”, dopo aver trascorso anni in letargo, disinteressandosi dei problemi -grandi o piccoli- che di volta in volta hanno coinvolto la nostra comunità. Voler bene a San Severino non è un’occasione quinquennale da prendere al volo! I comportamenti di ognuno verranno attentamente valutati e considerati dagli elettori. Oltre alle parole di rito, i cittadini sanseverinesi vorranno sapere delle azioni realmente svolte e della capità di impegno concreto, costante, disinteressato. A tutti chiederanno la “prova provata” di ciò che viene detto. Appena dopo le elezioni, tantissime facce oggi in giro scompariranno, tornando al consueto ozio. Parallelamente, con il proprio voto tutti gli elettori devono dimostrare maturità, responsabilità e coraggio, esprimendo un consenso non condizionato da false promesse. Le conseguenze del voto non meditato, saranno nuovamente il traffico nevrotico, l’inquinamento che provoca danni alla salute, la mancanza di spazi verdi. L’alchimia per una Buona Democrazia è semplice; deriva dal giusto equilibrio tra candidature credibili, di persone sempre impegnate e propositive, e manifestazione del consenso non alterato da pressioni e clientele. La mia proposta di candidatura è basata proprio sui cardini della coerenza, della serietà e della passione. Altri si presentano come rappresentanti di paese, escludendo altre frazioni e problematiche. Io, invece, ho provato a voler bene al nostro paese da Carifi a Costa, da Acigliano a San Vincenzo, da San Severino a Piazza del Galdo, Spiano, Curteri, Pandola senza escludere alcuno, senza fare calcoli di opportunità. Ai Sanseverinesi mi propongo con la corretteza di anni di impegno, svolti con coscienza civile e ambientalista.

Raffaele GRIMALDI

Al voto per cambiare

ROSARIO PESCE

Il dado è tratto: 3 candidati sindaco,7 liste di cui ben sei civiche, 140 cittadini candidati ad occupare uno dei venti posti disponibili in Consiglio Comunale. Questi sono i numeri della competizione, che eleggerà la nuova Amministrazione della nostra città, il 6-7 giugno. Cifre, queste, che denotano una notevole passione ed un ritorno alla partecipazione, dopo molti anni di disinteresse ed abulia da parte dei Sanseverinesi, che, a quanto pare, vogliono tornare ad essere protagonisti, dando un segnale inequivocabile a chi li ha mal amministrato nel corso dell’ultimo quindicennio. I tre candidati sindaco rappresentano, naturalmente, opzioni programmatiche e politiche ben diverse fra di loro. Romano incarna la continuità del potere a San Severino negli anni della Seconda Repubblica: è il candidato che, potrà nel corso della campagna elettorale, solamente, perdere il consenso – già invero traballante – di cui gode nella pubblica opinione locale. La sua fama di buon amministratore, molto diffusa nei comuni limitrofi, anche per merito di una ben orchestrata campagna di stampa, non corrisponde all’effettivo livello di gradimento, che egli può contare tra i suoi concittadini. I meriti, che ha acquisito con l’organizzazione e la gestione del ciclo differenziato dei rifiuti, sono in gran parte i meriti di un’intera cittadinanza, che ha sempre dimostrato grande sensibilità in materia ambientale e di conservazione dell’essenziale decoro cittadino. Molti sono, piuttosto, i limiti dell’azione di governo, che i suoi contendenti potranno e dovranno ben evidenziare nei comizi di questo lunghissimo mese di maggio: un’adeguata azione di contrasto, almeno in questo ultimo periodo, prima del voto, non potrà che togliere il velo a molteplici ipocrisie e far emergere, nella sua crudezza, il resoconto di un quindicennio, per nulla brillante, di amministrazione. Carmine Ansalone è il vero sfidante, quello che viene percepito dai Sanseverinesi come l’unico candidato in grado di mettere seriamente in difficoltà Romano e capace di costringerlo al ballottaggio, che appare, per la prima volta, a molti possibile. Infatti, tranne che nel 1995, Romano ha sempre vinto, direttamente o per interposta persona, al primo turno, ostentando perciò una forza straordinaria ed una notevole capacità di raccolta del consenso, che, questa volta, gli stanno man mano venendo meno. L’elettorato tradizionale di Giovanni Romano non nasconde, in pubblico, elementi di forte dissenso verso l’operato delle ultime tre giunte comunali e, sempre più numeroso, si sta convincendo dell’opportunità di un cambiamento radicale, allo scopo di rimettere in moto meccanismi virtuosi della buona amministrazione, che si sono gravemente arrestati negli ultimi anni. Il candidato, su cui vengono riposte le speranze di questi elettori scontenti ed insoddisfatti, è evidentemente Ansalone, sia per la sua storia personale di oppositore, in Consiglio Comunale, delle prime Giunte Romano, sia per la bontà del suo programma, che, se realizzato, promuoverebbe un notevole avanzamento della nostra città, soprattutto in termini di miglioramento dei servizi e di innalzamento della qualità della vita. L’altro sfidante, Iannone, consigliere comunale uscente, candidatosi pochi mesi or sono alla sindacatura ha costruito, alla vigilia del voto, un’insolita ed anomala alleanza con una piccola formazione di Centro-Destra, l’Udeur, che - comunque andranno le elezioni - lo pone, già oggi, fuori di fatto dal Partito Democratico, in attesa dei severi provvedimenti, che poi gli organismi statutari del suo ormai ex-partito vorranno, ufficialmente, prendere, nei suoi confronti, all’indomani del turno elettorale. La candidatura di Iannone è - nonostante il clima in cui è maturata - preziosa: vista la collocazione, che egli ha assunto nello schieramento di Centro-Destra, alleandosi con un partito, che in Campania fa parte integrante di quell’alleanza, i voti che otterrà (pochi o molti?) saranno, comunque, sottratti a Romano. Evidentemente, si auspica che, in caso di ballottaggio, lo stesso Iannone – presumibilmente rimastone escluso - voglia poi, in coerenza con il suo recente passato, pur non brillante, di consigliere di minoranza, muoversi in autonomia dai diktat delle segreterie provinciali dei partiti ed offrire il suo utile contributo civico, per determinare la sconfitta di Romano, unendo i suoi voti – la cui entità numerica è, a tutt’oggi, di difficile previsione – a quelli di Ansalone, al fine di portare quest’ultimo, nelle vesti di sindaco, al Palazzo di Città. Lo scrivente e la presente testata giornalistica, che ha la cortesia sovente di ospitarlo, sostengono convintamente la candidatura di Carmine Ansalone, ben sapendo che l’eredità delle lotte, di cui sono stati promotori i Verdi sanseverinesi, negli ultimi dieci anni, rappresenta per quest’ultimo un valore politico aggiunto, di inestimabile importanza, di cui egli non potrà che avvantaggiarsene. Infine, un voto all’insegna del cambiamento troverà una più felice e compiuta valorizzazione se, nel prossimo Consiglio Comunale o nella costituenda nuova Giunta, sarà eletto Raffaele Grimaldi, che è stato paladino di quelle lotte democratiche, sociali e ambientali, dei cui frutti ora possono godere tutti i Sanseverinesi.