Il dato elettorale dello scorso 6 e 7 giugno non è stato, certamente, esaltante per le forze del Centro-Sinistra, sia a livello nazionale, che nel nostro Comune. Data per scontata la vittoria del Centro-Destra, si ipotizzava che il Mezzogiorno d’Italia desse un segnale forte, penalizzando il partito del Presidente del Consiglio ed invece proprio le regioni del Sud continentale hanno premiato il P.D.L., evitando che questo turno di elezioni europee segnasse una disfatta per la formazione berlusconiana, fortemente penalizzata altrove dai successi della Lega Nord e del Movimento Autonomistico di Lombardo. A Mercato San Severino, in vista delle elezioni comunali, si ipotizzava, prima del voto, il ballottaggio, che non è stato raggiunto, vista la vittoria al primo turno dell’Amministrazione uscente, con una percentuale che, di poco, ha superato il 60%. È un risultato, questo, che appare invero disastroso, ma che nasconde delle chiavi di lettura assai complesse. Innanzitutto, per la prima volta dal 1995, il sindaco, Giovanni Romano, consegue meno voti (circa duecento) delle liste a lui collegate, a testimonianza del fatto che il copioso consenso, che egli ha conseguito, è derivato molto più dal quindicennio di gestione del potere, che non da un autentico e spontaneo entusiasmo di massa, che – a guardare bene le piazze, in occasione dei comizi, nel mese di campagna elettorale – premiava maggiormente la candidatura di Ansalone. Quest’ultimo, da parte sua, ha ottenuto infatti ben ottocento voti più delle sue liste, a dimostrazione del forte gradimento popolare, che egli è in grado di riscuotere tra i suoi concittadini. È la prima volta, da quando esiste il nuovo meccanismo di elezione del sindaco, che lo sfidante ottiene una percentuale (circa il 30%) così alta, ad ulteriore prova che la partita – anche se, poi, persa con ampio margine – è stata effettivamente giocata dallo schieramento di minoranza. Questi dati, quindi, ci suggeriscono una moderata cautela nella lettura del possibile futuro prossimo del nostro Comune: il 30% di consensi, ricevuti da Ansalone, rappresenta il punto di partenza per lo stesso candidato sindaco sconfitto, affinché egli, insieme ai quattro consiglieri eletti dalle sue liste, possa tenere sempre viva l’azione dell’opposizione consiliare, confrontandosi quotidianamente sia con quanti lo hanno sostenuto, che con quella parte di opinione pubblica locale che, non convintamente, ha votato Romano e che, nei prossimi mesi ed anni, potrebbe cambiare orientamento, in presenza di un segnale di forza e di vitalità da parte della minoranza. Inoltre, l’opposizione comunale deve tenersi pronta, perché le scadenze elettorali, a breve, non mancano: fra dodici mesi si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania e Mercato San Severino dovrà, nelle liste del P.D. e del Centro-Sinistra, esprimere un proprio candidato che, autorevolmente, rappresenti il fronte di forze civiche che, quest’anno, hanno sostenuto al Comune Ansalone: vorrà quest’ultimo, di nuovo, misurarsi con una competizione elettorale nella primavera del 2010? Egli sarebbe, certamente, il candidato ideale, anche perché un suo rinnovato sforzo elettorale consentirebbe di difendere e blindare il consenso ottenuto, evitando che altri – da destra – possano fare proditorie incursioni nel suo elettorato, che – nel caso di candidatura, dello stesso Ansalone, alle Regionali – andrebbe invece a consolidarsi e a crescere, ancora di più, intorno alla sua figura. Ci piace concludere quest’intervento, riprendendo le parole di Massimo D’Alema, che, in riferimento allo stato di salute dell’Esecutivo nazionale, ha dichiarato: “La vicenda italiana potrà conoscere nei prossimi mesi delle scosse, dei momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono un’opposizione in grado di assumersi responsabilità di governo.” Forse, ciò che D’Alema ritiene possibile per il Governo può valere, ad un livello più modesto, anche per la nuova Amministrazione Comunale di Mercato San Severino?
giovedì 18 giugno 2009
lunedì 1 giugno 2009
Le casse son vuote e il lavoro manca
Raffaele GRIMALDI
Raffaele GRIMALDI
Al voto per cambiare
Il dado è tratto: 3 candidati sindaco,7 liste di cui ben sei civiche, 140 cittadini candidati ad occupare uno dei venti posti disponibili in Consiglio Comunale. Questi sono i numeri della competizione, che eleggerà la nuova Amministrazione della nostra città, il 6-7 giugno. Cifre, queste, che denotano una notevole passione ed un ritorno alla partecipazione, dopo molti anni di disinteresse ed abulia da parte dei Sanseverinesi, che, a quanto pare, vogliono tornare ad essere protagonisti, dando un segnale inequivocabile a chi li ha mal amministrato nel corso dell’ultimo quindicennio. I tre candidati sindaco rappresentano, naturalmente, opzioni programmatiche e politiche ben diverse fra di loro. Romano incarna la continuità del potere a San Severino negli anni della Seconda Repubblica: è il candidato che, potrà nel corso della campagna elettorale, solamente, perdere il consenso – già invero traballante – di cui gode nella pubblica opinione locale. La sua fama di buon amministratore, molto diffusa nei comuni limitrofi, anche per merito di una ben orchestrata campagna di stampa, non corrisponde all’effettivo livello di gradimento, che egli può contare tra i suoi concittadini. I meriti, che ha acquisito con l’organizzazione e la gestione del ciclo differenziato dei rifiuti, sono in gran parte i meriti di un’intera cittadinanza, che ha sempre dimostrato grande sensibilità in materia ambientale e di conservazione dell’essenziale decoro cittadino. Molti sono, piuttosto, i limiti dell’azione di governo, che i suoi contendenti potranno e dovranno ben evidenziare nei comizi di questo lunghissimo mese di maggio: un’adeguata azione di contrasto, almeno in questo ultimo periodo, prima del voto, non potrà che togliere il velo a molteplici ipocrisie e far emergere, nella sua crudezza, il resoconto di un quindicennio, per nulla brillante, di amministrazione. Carmine Ansalone è il vero sfidante, quello che viene percepito dai Sanseverinesi come l’unico candidato in grado di mettere seriamente in difficoltà Romano e capace di costringerlo al ballottaggio, che appare, per la prima volta, a molti possibile. Infatti, tranne che nel 1995, Romano ha sempre vinto, direttamente o per interposta persona, al primo turno, ostentando perciò una forza straordinaria ed una notevole capacità di raccolta del consenso, che, questa volta, gli stanno man mano venendo meno. L’elettorato tradizionale di Giovanni Romano non nasconde, in pubblico, elementi di forte dissenso verso l’operato delle ultime tre giunte comunali e, sempre più numeroso, si sta convincendo dell’opportunità di un cambiamento radicale, allo scopo di rimettere in moto meccanismi virtuosi della buona amministrazione, che si sono gravemente arrestati negli ultimi anni. Il candidato, su cui vengono riposte le speranze di questi elettori scontenti ed insoddisfatti, è evidentemente Ansalone, sia per la sua storia personale di oppositore, in Consiglio Comunale, delle prime Giunte Romano, sia per la bontà del suo programma, che, se realizzato, promuoverebbe un notevole avanzamento della nostra città, soprattutto in termini di miglioramento dei servizi e di innalzamento della qualità della vita. L’altro sfidante, Iannone, consigliere comunale uscente, candidatosi pochi mesi or sono alla sindacatura ha costruito, alla vigilia del voto, un’insolita ed anomala alleanza con una piccola formazione di Centro-Destra, l’Udeur, che - comunque andranno le elezioni - lo pone, già oggi, fuori di fatto dal Partito Democratico, in attesa dei severi provvedimenti, che poi gli organismi statutari del suo ormai ex-partito vorranno, ufficialmente, prendere, nei suoi confronti, all’indomani del turno elettorale. La candidatura di Iannone è - nonostante il clima in cui è maturata - preziosa: vista la collocazione, che egli ha assunto nello schieramento di Centro-Destra, alleandosi con un partito, che in Campania fa parte integrante di quell’alleanza, i voti che otterrà (pochi o molti?) saranno, comunque, sottratti a Romano. Evidentemente, si auspica che, in caso di ballottaggio, lo stesso Iannone – presumibilmente rimastone escluso - voglia poi, in coerenza con il suo recente passato, pur non brillante, di consigliere di minoranza, muoversi in autonomia dai diktat delle segreterie provinciali dei partiti ed offrire il suo utile contributo civico, per determinare la sconfitta di Romano, unendo i suoi voti – la cui entità numerica è, a tutt’oggi, di difficile previsione – a quelli di Ansalone, al fine di portare quest’ultimo, nelle vesti di sindaco, al Palazzo di Città. Lo scrivente e la presente testata giornalistica, che ha la cortesia sovente di ospitarlo, sostengono convintamente la candidatura di Carmine Ansalone, ben sapendo che l’eredità delle lotte, di cui sono stati promotori i Verdi sanseverinesi, negli ultimi dieci anni, rappresenta per quest’ultimo un valore politico aggiunto, di inestimabile importanza, di cui egli non potrà che avvantaggiarsene. Infine, un voto all’insegna del cambiamento troverà una più felice e compiuta valorizzazione se, nel prossimo Consiglio Comunale o nella costituenda nuova Giunta, sarà eletto Raffaele Grimaldi, che è stato paladino di quelle lotte democratiche, sociali e ambientali, dei cui frutti ora possono godere tutti i Sanseverinesi.