lunedì 1 giugno 2009

Le casse son vuote e il lavoro manca

Il lavoro che manca è la croce di questi anni. In più... le casse sono vuote! In sintesi è questa la fotografia della realtà sanseverinese, dopo anni di assoluto dominio di Romano. La propaganda non può nascondere tali verità, derivanti dallo sciupio delle risorse. Bisogna cambiare metodo nella gestione della cosa pubblica. La carenza dei posti di lavoro diviene sempre più drammatica. Le fantomatiche aree Pip, che dovevano creare occupazione per circa 400 giovani, sono “sotto utilizzate” e tanto è vero che al lavoro ci sono solo 120 persone. Pochi, pochissimi sono i sanseverinesi. La causa del fiasco delle aree industriali sanseverinesi è da ricercare nelle politiche amministrative adottate, con esosi costi a metro quadro, che di fatto hanno tenuto lontano gli investimenti delle aziende. Che fare dunque? Il presidente Obama, negli Usa, si sta rivolgendo alle politiche occupazionali “verdi”. Anche noi a Mercato San Severino su questo versante possiamo intervenire. Impegnarci per la salvaguardia del patrimonio boschivo, che costituisce i due terzi del nostro territorio comunale, creando opportune professionalità di manutenzione delle aree boscate con assunzioni di giovani lavoratori; avviare la decontaminazione dei suoli e delle acque, soprattutto lungo gli argini del Solofrana; rivalutare il ruolo del contadino, con promozione dell’alimentazione biologica nelle mense scolastiche e nelle mense universitarie. La corretta gestione dell’ambiente offre grandi opportunità. Nel 2004 ho proposto un impianto di compostaggio, per evitare di portare fuori regione (a 180 euro tonnellata) l’organico, con evidenti risparmi e la creazione di vero lavoro, con notevoli benefici per il nostro importante settore ortofrutticolo ed anche per l’economia, che ruota intorno alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Il lavoro che non c’è bisogna crearlo, investendo sul talento creativo e sulle proposte culturali. Da tempo abbiamo proposto l’istituzione del Parco Letterario “San Tommaso d’Aquino” con fondi europei e l’assunzione di 6-7 dipendenti, Parco che avrenbbe una notevole ricaduta per l’indotto commerciale e per i flussi turistici religiosi-culturali determinati. In più, bisogna sostenere gli artisti emergenti e l’arte, offrendo spazi, strumenti, pubblicazioni, formazione a tutto il ricco underground di musicisti, pittori,che esiste anche se invisibile. Credo che la svendita di Rotagas e il caso Gesema interessino moltissimo i cittadini, attenti alle spese familiari. Purtroppo la realtà cruda è che abbiamo aree Pip sotto utilizzate e gravi sprechi. Il fardello più pesante per tutti noi contribuenti sanseverinesi si chiama Gesema, (11 milioni di euro di debiti) che sta diventando municipalizzata, senza però il suo gioiello più prezioso: la rotagas in procinto di essere svenduta a privati... Perchè il Comune rileva i debiti e lascia la polpa agli estranei? Eppure Rotagas (51% quota Gesema) produce utili! Infatti, dal 2004 al 2007 (secondo i bilanci pubblicati sul sito della gesema) ha sempre realizzato importanti risultati d’esercizio, con un attivo di 752.354 euro. A proposito perchè non c’è traccia del bilancio della Gesema? Forse è troppo fallimentare per renderlo noto alla comunità? (Evviva la trasparenza!) Ricordiamo che tale società mista è stata costituita con denaro pubblico ed è dovere sacrosanto rendere conto ai cittadini dell’andamento di gestione (anche se pessimo) della Gesema. Siamo preoccupati, perchè, nell’arzigogolato operare delle scatole cinesi creato dall’amministrazione comunale, c’è troppa “commistione” di denaro pubblico per comprare e vendere società, le cui finalità sono “incomprensibili”...

Raffaele GRIMALDI