martedì 24 febbraio 2009

Chiuso il canile lager di Cicerale

Il 3 febbraio scorso anche il Ministero della Salute è intervenuto a Cicerale per mettere fine agli orrori del canile Oasi San Leo convenzionato con 96 comuni locali per ospitare i randagi del territorio. Già a dicembre la struttura era stata messa sotto sequestro dai Nas di Salerno, in seguito ad anni di denuncie da parte dei gruppi animalisti e associazioni zoofile perchè gli oltre 1000 presenti erano vittime di torture, uccisioni, sparizioni, nel migliore dei casi costretti a vivere con cibo e acqua insufficienti, senza prestazioni sanitarie e purtroppo anche tra i propri liquami. Ora a seguito dell'esposto presentato alla Procura di Vallo della Lucania dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Benevento insieme all'associazione zoofila salernitana e alle associazioni della provincia di Salerno, qualcosa sta cambiando.

ACCALAPPIO E INCENERISCO. ECCO IL METODO CAFASSO dice Laura Rossi, Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane Dopo circa 10 (dieci) anni di denuncie, di lettere, di migliaia di morti, dopo tutto questo pare che, finalmente, qualcuno abbia voglia di risolvere la situazione di Cicerale che potremmo definire grottesca oltre che tragica per il numero di vittime che ha fatto. Finalmente, qualcuno, la solita dott.ssa Martini, sottosegretario al Ministero alla Salute, ha voluto andare a vedere, a toccare con mano cosa succede all'interno di quello che dovrebbe essere per i cani randagi un rifugio, dove trovare cibo, calore, coccole (beh, forse chiediamo troppo) ma soprattutto dove, in un Paese che si proclama civile e avanzato, dovrebbero trovare il Rispetto per il loro essere animali e per le leggi che li tutelano, e invece trovano l'Inferno, un posto dove vengono rinchiusi, maltrattati, segregati senza cibo, senza acqua, senza cure veterinarie, senza nulla; solo una cosa gli resta: morire. I Nas di Roma e Napoli, accompagnati dalla dott.ssa Matassa e dalla dott.ssa Ferri, quest'ultima Capo dipartimento del Ministero alla Salute, hanno potuto constatare e verificare che, la situazione di sporcizia, liquami, stato di salute dei cani è superiore a quanto è stato denunciato. All'interno dei box non c'era cibo, e quel poco gettato frettolosamente. In un sopralluogo fatto a novembre, c'erano più cani che cucce, ossia circa 1.360 cani, certificato dal PM dott. Martuscello, il quale allegava questo numero al Decreto di sequestro avvenuto il 15/12/2008. I NAS, però, al 16/12/2008 constatavano la presenza di 1.147 cani. Il 23/12/2008 Mauro Cafasso, responsabile del canile, comunicava alla Commissione di Protocollo d'intesa tra Associazioni, Asl Salerno 3, Provincia di Salerno, che i cani erano 940. Tuttavia, al 3 di febbraio le parti si sono invertite, ossia ci sono più cucce che cani. I cani sono diventati circa 800 e quindi è lecita la domanda "Ma dove sono finiti Domanda che ovviamente noi rivolgiamo al Responsabile Sanitario dell'ASL3 di Salerno, dott. Nese, il quale dichiara di non saperlo e alla luce dei nuovi avvenimenti ha dichiarato che il canile di Cicerale va chiuso. Ecco, il canile va chiuso! Così la proposta del Ministero sarebbe quella che i cani sani possano ritornare ai Comuni di appartenenza, 97 per la precisione, i quali dovrebbero promuovere una campagna di affidamento tra i cittadini e promuovere i cani di quartiere, e quelli malati, deboli, vecchi, cuccioli vengano accolti dalle Associazioni animaliste che in questi anni sono state in primo piano nelle lotta per la sopravvivenza di questi poveri animali abbandonati a se stessi. Le associazioni verrebbero quindi preposte alla campagna di affido immediata. A questo punto, si alzano però gli scudi dei Sindaci che di questa soluzione non ne vogliono sentire parlare, anche perché pare che nessuno di loro sia in grado di sapere: a) quanti cani hanno inviato come Comune; b) quanto pagano per ogni cane. Allora, siccome, la matematica non è un'opinione, i conti li facciamo noi: il signor Cafasso prende euro 50,00 per cane accalappiato e euro 70,00 per cane incenerito, calcolando un giro di cani come quello stimato, i conti sono presto fatti! Allora, ci chiediamo, ma adesso cosa succede? Ci infiliamo nuovamente in un tunnel senza via di uscita, dove il Tempo vero e grande nemico di queste povere bestie, inizia nuovamente a dilatarsi e a diventare infinito? Le Associazioni animaliste non demordono e la Lega per la Difesa del Cane sarà in prima linea come lo è stata fino adesso per riuscire a mettere la parola FINE a una tortura, a un sopruso che viene quotidianamente perpetrato nei confronti di chi è incapace di difendersi da solo.
Per eventuali contatti e/o maggiori informazioni: Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sezione di San Giorgio del Sannio (BN)
Sig. Giuseppe Gatti: 349 62 98 522
Sig.ra Geltrude Fucci: 349 64 35 525

venerdì 20 febbraio 2009

Volontariato vecchio e stanco

Sono tante le realtà del volontariato in Italia che mostrano segni di stanchezza, chiusura, difficoltà a coinvolgere i giovani e quindi a rinnovare i nuovi quadri dirigenti I vecchi gruppi spesso si cullano su esperienze ormai consolidate senza cercare nuove strategie, senza rimuovere il proprio ruolo in una società che cambia in modo vorticoso. Le risorse vengono dedicate alla ricerca di strade più gratificanti come le convenzioni e/o le sovvenzioni pubbliche: si tratta di gruppi che si rinchiudono nei propri progetti o cercano alleanze all’interno della propria area (minori, disabili, prevenzione ec.) Pertanto è necessario aprire una riflessione seria su queste difficoltà: tornare a percorrere le strade, frequentare le scuole, incontrare la gente e i giovani là dove vivono e sperimentano la quotidianità, riscoprire la strada dell’auto –finanziamento, uscire dall’isolamento e promuovere percorsi comuni di collaborazione e sinergie in uno scenario con un elevato livello di partecipazione. C’è oggi una difficoltà di lettura e interpretazione di una realtà sociale, politica , istituzionale, organizzativa sempre più complessa e frammentata sia, per le dinamiche globali ma anche nello scenario nazionale e locale. Una ulteriore difficoltà nel mettere in atto interventi efficaci ed efficienti di risposta ai bisogni senza perdere le proprie caratteristiche peculiari di volontari viene dal confronto con altri soggetti, pubblici e privati, oggi tutti orientati verso un modello “aziendalistico” oggi prevalente nel Terzo Settore. Il volontariato e speso in posizione critica o comunque presente, ma relegato ad una mera funzione integrativa e umanizzante, priva di respiro strategico capace di produrre il valore aggiunto della coesione sociale, dell’ aumento del capitale sociale. Ma chiuso in se stesso dove ognuno cura il proprio orticello senza guardare al terreno su cui seminare e raccogliere i frutti.
Emilio Esposito

lunedì 16 febbraio 2009

A Calvanico la sede della Comunità Montana


La sede istituzionale della Comunità Montana “Irno-Solofrana” deve rimanere a Calvanico. E’ questa la richiesta dei Verdi sanseverinesi al Presidente dell’ente Franco Cosimato. In una nota del responsabile del gruppo ambientalista, Raffaele Grimaldi, inviata anche al Sindaco di Calvanico, Gismondi, è stata ribadita la necessità di conservare nel paese della Valle dell’Irno tutti gli uffici montani. “Da più parti si ripete che la futura sede dell’ente montano sarà ubicata nel comune di Monitoro Inferiore. Ciò ci preoccupa per degli aspetti di natura economica e sociale –dichiara il portavoce del Sole che ride Raffaele Grimaldi-. Infatti, spostando la sede dell’ente montano la comunità si troverà a sostenere un aggravio di spese non comprensibile. Infatti, lo stabile dove è attualmente ubicata la Comunità Montana è di proprietà dello stesso ente e quindi non si devono affrontare costi aggiuntivi per fitti o acquisti di locali idonei ad ospitare gli uffici. E sarebbe evitato anche il raddoppio delle spese vive di gestione, come luce, telefono, acqua, rifiuti ed altro. In un periodo di forte crisi, noi Verdi riteniamo ingiusto gravare sui contribuenti in modo esoso e ingiustificabile. Inoltre, si dovrebbe prevedere anche un costo aggiuntivo dovuto ai ritardi nell’erogazione dei servizi, a causa delle attività di trasloco di uffici e incartamenti dell’ente da una sede all’altra. Tali soldi andrebbero utilizzati nelle attività di difesa del suolo e di protezione della natura.” La posizione dei Verdi a sostegno della conferma della sede a Calvanico, oltre a motivazioni di carattere economiche, si basa anche su considerazioni di natura sociale. “La perdita dell’importante presenza comporterebbe una negativa ricaduta per la minuscola comunità calvanicese –spiega Grimaldi-. Piano piano verrebbero meno le attività del piccolo commercio e dell’indotto, collegate alla presenza degli uffici montani, con ripercussioni sfavorevoli sulle scelte di vita della popolazione. Aumenterebbero i casi di allontanamento dal paese, alla ricerca di opportunità lavorative, determinando una ripresa del triste fenomeno dello spopolamento del territorio con conseguenti casi di disgregazione sociale che ne conseguono. E dal punto di vita ambientale verrebbe anche a cadere uno dei fattori essenziali di tutela della conservazione dell'ambiente naturale: la presenza delle popolazioni montane, che sono il primo presidio di vigilanza della montagna e del territorio. Noi riteniamo –conclude Grimaldi- che si debba operare per alleviare le condizioni di disagio derivante dal vivere in ambiente montano e di incentivare gli sforzi nelle politiche sociali, creando servizi e occasioni di crescita, non abbandonando il territorio, per scelte di semplice comodità logistica”

martedì 10 febbraio 2009

Controlli dell'ARPAC in via Rimembranza

Ieri tecnici dell'Arpac hanno effettuato dei controlli per abnormi campi elettromagnetici in via Rimembranza e zone limitrofe. Infatti, da alcuni giorni nei palazzi e nell'area di parcheggio di via Rimembranza ci sono forti disagi, con l'apertura elettronica delle automobili e i vari comandi elettrici, che vanno in tilt. Il sospetto è che le pesanti interferenze siano dovute alla sommatoria di effetti magnetici che scaturiscono dal traliccio del ripetitore per telefonia mobile, posto sull'acquedotto, e la recente installazione sul tetto della scuola media S.Tommaso (si vede proprio in verticale sulle scale d'accesso) dell'antenna wireless, che utilizza onde radio a bassa potenza.Tra qualche giorno sarà pronta la relazione dell'Arpac, che chiarirà la situazione. Se fossero vere queste supposizioni c'è da considerare il rischio che corrono centinaia di alunni della scuola media e gli abitanti della zona.

CACCIA: 41 MORTI E 85 FERITI IN 5 MESI

(ANSA)In cinque mesi un totale di 126 vittime: 41 morti e 85 feriti. Questo il bilancio di vite umane della stagione venatoria 2008-2009, curato dall'Associazione delle vittime della caccia, che fa riferimento a episodi di cronaca conteggiati(pari a 117). Tra i cacciatori (86 vittime) si contano 24 morti e 62 feriti, mentre tra la gente comune (40 vittime i morti sono stati 17 e i feriti 23. Questi numeri, spiega Daniela Casprini, presidente dell'Associazione, fanno riferimento alle vittime per armi da caccia nell'arco temporale della stagione venatoria, (dal 1 settembre 2008 al 31 gennaio 2009): si distingue tra ambito venatorio (91 vittime) e extravenatorio (29 vittime). Altra distinzione riguarda la munizione: quella spezzata (i pallini, piu' pericolosa perche' usata anche vicino al centro abitato) ha portato a 44 vittime, la munizione a palla unica (usata per gli ungulati) ha causato 36 vittime.

lunedì 9 febbraio 2009

Sperpero energetico a San Severino

A San Severino lo spreco energetico toglie luce dove serve, per illuminare inutilmente il vuoto narcisista dell’amministrazione. Sulla collina del Castello i fari continuano a svolgere il loro compito propagandistico, assorbendo energia. E’ da quasi 10 anni che milioni di watt sono sprecati e profumatamente pagati, per un effimero sogno di grandezza. Da sempre come Verdi sosteniamo che l’illuminazione nell’area archeologica del castello, per decine di ore ogni notte, sia un inutile sperpero, pagato dai contribuenti sanseverinesi. A Mercato San Severino c’è un’insopportabile spreco di energia elettrica da parte dell’ente pubblico. Occorre spegnere le luci inutili! Operazione risparmio energetico ed economico che può iniziare concretamente, spegnendo i fastidiosissimi faretti posizionati davanti alla chiesa di S. Maria delle Grazie, sul corso Diaz, che disturbano i passanti e in particolare le persone anziane. Anche i pericolosi faretti del Convento Sant’Antonio andrebbero spenti. Inoltre occorre alternare i punti luce tra Sant’Angelo e Curteri, dove più che un’illuminazione pubblica è stata realizzata una pista di atterraggio. Tale attenzione verso i consumi comporterà non solo un benefico risparmio economico, ma anche un salutare abbattimento dell’inquinamento luminoso prodotto. Oltre alla consueta riflessione sulla scomparsa della visione notturna del cielo stellato, l’inquinamento luminoso determina danni fisiologici che coinvolgono non solo la fauna e la flora, che risentono pesantemente dell´alterazione dei loro ritmi e cicli naturali , ma anche l’uomo, che subisce danni quali: miopia, possibili alterazioni ormonali, insonnia (e conseguente irritabilità che ne deriva) dovuta alla luce che troppo spesso trapela dalle fessure delle tapparelle, a causa di lampioni troppo vicini alle finestre dei palazzi (caso della frazione Piazza del Galdo) o di un irradiamento costante e assolutamente non naturale.

venerdì 6 febbraio 2009

Per ricordare tutti i giornalisti italiani uccisi dal dopoguerra ad oggi

Un libro ricorda i giornalisti italiani uccisi dal dopoguerra ad oggi. Il lavoro è scaricabile on line dal sito dell'Unci. Scritto da 18 cronisti, il libro rievoca la vita e l'impegno di tutti i giornalisti italiani che nel dopoguerra sono stati uccisi o feriti per la loro fedeltà all'imperativo etico professionale di riferire la verità sostanziale dei fatti. Ricorda i colleghi vittime della violenza, a partire dagli 11 di mafia, camorra e terrorismo: Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato (nella foto in b\n), Mauro Rostagno, Giancarlo Siani (nella foto), Giovanni Spampinato, Walter Tobagi. Poi i giornalisti uccisi all'estero o in Italia in circostanze diverse: Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Ezio Cesarini, Raffaele Ciriello, Eugenio Colorni, Maria Grazia Cutuli, Almerigo Grilz, Gabriel Gruener, Marco Luchetta, Enzio Malatesta, Carlo Merli, Carmine Pecorelli, Guido Puletti, Antonio Russo e poi Graziella De Palo e Italo Toni scomparsi in Libano. Quindi gli operatori televisivi Dario D'Angelo, Miran Hrovatin, Alessandro Ota e Marcello Palmisano e Maurizio Di Leo, tipografo ucciso “per errore” dai Nar. Il sito, realizzato e gestito da Lorenzo Grassi, presenta tutta l'attività compiuta dall'Unci a difesa del diritto-dovere di cronaca e a sostegno dei cronisti nel loro impegno quotidiano. http://www.unionecronisti.it/memoria/libromemoria.pdf

Per una città migliore

Tutto ciò che c’è di bello a Mercato San Severino -Natura e Monumenti- non è assolutamente merito di Romano. Anzi! Il suo lungo dominio amministrativo si è negativamente caratterizzato per le brutture cementizie che ha voluto. Occore cambiare, trasformare l'insulsa città azienda, fatta di sperperi e favori, in una città sociale a misura di bambini, giovani, donne, adulti, anziani. Una San Severino nuova dove la qualità della vita non è contrassegnata dal soffocamento, ma dalla speranza e dalla partecipazione di tutti alle scelte democratiche.

mercoledì 4 febbraio 2009

Carenze al canile di Mercato San Severino

Pubblichiamo il documento dei Verdi sanseverinesi con cui è stata richiesta al Ministero della Salute un'indagine urgente al canile di Mercato San Severino.


All'On. Francesca Martini Sottosegretario di Stato al Lavoro Salute e Politiche sociali
Al dott. Piero Cardalesi Assessore Tutela Animali Provincia di Salerno
Al dott. Rocco D’Auria Sindaco M.S.Severino
OGGETTO: Carenze al canile di Mercato San Severino
Presso la nostra sezione, stanno arrivando preoccupate segnalazioni sul funzionamento del canile sanitario di Mercato San Severino. Nella struttura di via Lavinaio, dove non lasciano entrare i volontari, i cani -secondo quanto riferitoci- sono lasciati a sé stessi, con poco cibo e addirittura passano giorni senza riceverne. Le maggiori sofferenze sono patite dagli animali più anziani non adeguatamente accuditi e curati. Nel richiedere urgenti interventi di verifica sui casi di denutrizione e incuria, per accettarne la gravità dei comportamenti del personale addetto, eventualmente da sanzionare e punire in modo esemplare, come Verdi, ma soprattutto a nome di molti cittadini che amano gli animali
chiediamo
-la possibilità di far ritornare i volontari, togliendo la gestione del canile alla società Gesema, o quanto meno di consentire ai cittadini e ai volontari l’accesso giornaliero regolamentato;
-la trasformazione della struttura in canile comunale e non più in semplice rifugio-sanitario;
-di conoscere l’esatto numero dei cani accuditi, curati e morti nella struttura di via Lavinaio;
-di conoscere quanti animali sono stati trasferiti presso il canile lager di Cicerale, con quali costi per le casse pubbliche e se ci sono relazioni dettagliate sullo stato “dell’accoglienza” dei nostri cani presso il contestato canile dei sig. Cafasso, noti all’opinione pubblica nazionale per i loro sistemi crudeli, in netta violazione della normativa italiana in vigore;
Sicuri di riscontri positivi, si porgono
Distinti saluti
Il Portavoce
Raffaele Grimaldi

lunedì 2 febbraio 2009

APPELLO ARTISTICO per salvare Piazza Municipio

Abbiamo ricevuto una gradita cartolina dal Prof. Salvatore Liguori. Il noto artista sanseverinese ha lanciato un accorato appello, affinchè si fermi lo scempio urbanistico delle piazze cittadine, divenute oggetto di bruttissimi e costosissimi interventi. La preoccupazione del prof. Liguori riguarda lo sciagurato progetto di Piazza Municipio, che come Verdi abbiamo definito una sconcia “Pacchianata”. Nel ringraziarLo per la cortesia, rassicuriamo il Prof. Liguori che contrasteremo in modo netto questa nuova e costosa bruttura architettonica di Romano & company.

Scempio in Piazza Municipio: la preoccupazione di ITALIA NOSTRA

Una raccomandata dura spedita dalla sezione sanseverinese di Italia Nostra al Presidente Bassolino. Con un messaggio inequivocabile: lo scempio di una fontana ovaloide in Piazza Municipio non va finanziato. L’interesse artistico, storico e monumentale di piazza Ettore Imperio è superiore a qualsiasi capriccio devastante del duo Romano-D’Auria. Il patrimonio culturale prospiciente la piazza risulta incluso nella perimetrazione del Parco Naturale Archeologico del Castello dei Principi Sanseverino e la sezione di Italia Nostra ha evidenziato al Presidente Bassolino proprio queste peculiarità uniche e irripetibili. Sulla base di queste inconfutabili considerazioni nel documento inoltrato si chiede pertanto di: “dichiarare non accoglibile l’istanza di finanziamento di cui alla deliberazione della Giunta Comunale n.203 del 7 settembre 2007 e per l’effetto di non inserire la proposta progettuale nel “Parco Progetti Regionale”. Italia Nostra chiede di apprendere l’esito delle iniziative collegate e \o conseguenziali e di essere informata in relazione agli atti che le Autorità in indirizzo riterranno di porre in essere”.

La candidatura di Ansalone

Pubblichiamo una riflessione politica inviataci dal Prof. Rosario Pesce La candidatura di Ansalone, in vista delle prossime elezioni amministrative, rappresenta un elemento di indubbia novità, in un quadro complessivo di asfissia, che, da anni, si respira nella nostra città. In particolar modo, la partenza della campagna elettorale, avvenuta ben dodici mesi prima della data programmata delle votazioni, rappresenta una rilevante innovazione di stile in un Comune, dove, in occasione delle precedenti tornate elettorali amministrative, i partiti avevano designato ufficialmente i candidati solo trenta giorni prima del voto, visto che molto tempo veniva, invano, speso - all’interno di ristretti gruppi di sedicenti grandi elettori - per la designazione del candidato ritenuto migliore: la designazione tardiva e mai unanime del candidato ha, spesso, inevitabilmente favorito la maggioranza preesistente, la quale ha tratto vantaggio dal lentissimo consumarsi di un’obsoleta ritualità partitica, oramai tipica di altri tempi e modelli istituzionali, che ha ingessato, a lungo, la vita democratica del nostro Comune. Il gesto coraggioso ed apprezzabile di Ansalone ha riportato, invece, il dibattito nella sua giusta sede, quella delle piazze, delle famiglie, delle associazioni, dei rioni, delle frazioni, dove gli elettori oggi, all’interno di pubbliche assisi, possono opportunamente interrogarsi sul sindaco e sul relativo programma da scegliere – senza essere, perciò, inibiti dai logoranti veti partitici e dai sottesi giochi di corrente – sapendo bene che la loro scelta, se dovesse andare nel segno della continuità, ricadrebbe sull’Amministrazione uscente e che, se invece dovesse felicemente orientarsi per la necessaria ed opportuna discontinuità, potrebbe ricadere, esclusivamente, sul consigliere provinciale e sul gruppo, che, in queste settimane, si va consolidando intorno alle sue posizioni. Come nella logica aristotelica, così nell’attuale dinamica dell’agone sanseverinese, tertium non datur. In un simile scenario, in cui le opzioni politiche possibili sono dunque chiare e nettamente polarizzate, quanti - in nome di regolamenti e statuti di partito, disattesi non solo a Mercato San Severino, ma anche in realtà ben più significative ed articolate della nostra città - invocano a gran voce, ancora in questi giorni, l’indizione di elezioni primarie per la designazione del candidato sindaco dell’area democratica, dimostrano di nutrire, forse, una mal celata nostalgia per i famigerati bizantinismi o per le vecchie Cariatidi della politica locale, sempre pronte a riproporsi, occupando gli spazi, che - per demeriti altrui - si offrono a loro? L’azione di questi soggetti – evidentemente mirata ad indebolire Ansalone o ad acquisire forzatamente, rispetto a quest’ultimo, un subdolo potere contrattuale, di cui avvertono di essere, al momento, drammaticamente privi – si dimostrerà unicamente funzionale al tentativo di creazione di un cuneo nel fronte delle forze dell’opposizione, che ne potrà rendere l’attività vieppiù ardua? Una riflessione, infatti, attenta dovrebbe condurre i più saggi ad avvertire l’evidente impossibilità di celebrare le primarie, visto che queste elezioni, qualora mai si svolgessero, interesserebbero solamente un partito – il P.D. – che costituisce, peraltro, una parte (forse, neanche maggioritaria) del vasto schieramento di opposizione ed escluderebbero quegli ambienti, quei numerosi cittadini e, soprattutto, quelle forze sociali (economico-produttive, intellettuali, associative), attive sul nostro territorio, che - per nulla appassionate a prendere parte ad estenuanti ed avvilenti litigi di cortile, quali sono le diatribe interne ad un partito in progressiva via di costituzione - hanno vivo interesse a cambiare, nel prossimo mese di giugno, gli assetti amministrativi del nostro Comune ed hanno individuato in Ansalone il referente del loro ambizioso progetto, legittimando de facto la sua già autorevole candidatura. Peraltro, l’eventuale protrarsi di una polemica così sterile non può che distrarre il ceto politico dall’individuazione delle problematiche – molto più serie e vicine alle esigenze e alla sensibilità del cittadino comune – e delle loro possibili soluzioni, che costituiranno l’ineludibile banco di prova, in campagna elettorale, per quanti intendano proporsi nel delicato ruolo di amministratori di Mercato San Severino nel prossimo decennio. Sposiamo, pertanto, a pieno la scelta di Ansalone, di cui condividiamo sia la tempistica, che il merito: ai suoi odierni antagonisti e/o detrattori, ancora una volta, non possiamo che suggerire di modificare radicalmente le argomentazioni polemiche, ricordando loro –qualora l’avessero dimenticato o non lo avessero mai, colpevolmente, tenuto ben presente, come nel corso degli ultimi cinque anni– che il vero avversario è l’Amministrazione uscente ed il suo sistema di potere e non il proprio compagno di partito, né lo schieramento più ampio, che lo sta supportando in una difficile, ma stimolante campagna elettorale. Rosario Pesce