ACCALAPPIO E INCENERISCO. ECCO IL METODO CAFASSO
dice Laura Rossi, Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Dopo circa 10 (dieci) anni di denuncie, di lettere, di migliaia di morti, dopo tutto questo pare che, finalmente, qualcuno abbia voglia di risolvere la situazione di Cicerale che potremmo definire grottesca oltre che tragica per il numero di vittime che ha fatto. Finalmente, qualcuno, la solita dott.ssa Martini, sottosegretario al Ministero alla Salute, ha voluto andare a vedere, a toccare con mano cosa succede all'interno di quello che dovrebbe essere per i cani randagi un rifugio, dove trovare cibo, calore, coccole (beh, forse chiediamo troppo) ma soprattutto dove, in un Paese che si proclama civile e avanzato, dovrebbero trovare il Rispetto per il loro essere animali e per le leggi che li tutelano, e invece trovano l'Inferno, un posto dove vengono rinchiusi, maltrattati, segregati senza cibo, senza acqua, senza cure veterinarie, senza nulla; solo una cosa gli resta: morire.
I Nas di Roma e Napoli, accompagnati dalla dott.ssa Matassa e dalla dott.ssa Ferri, quest'ultima Capo dipartimento del Ministero alla Salute, hanno potuto constatare e verificare che, la situazione di sporcizia, liquami, stato di salute dei cani è superiore a quanto è stato denunciato. All'interno dei box non c'era cibo, e quel poco gettato frettolosamente. In un sopralluogo fatto a novembre, c'erano più cani che cucce, ossia circa 1.360 cani, certificato dal PM dott. Martuscello, il quale allegava questo numero al Decreto di sequestro avvenuto il 15/12/2008. I NAS, però, al 16/12/2008 constatavano la presenza di 1.147 cani. Il 23/12/2008 Mauro Cafasso, responsabile del canile, comunicava alla Commissione di Protocollo d'intesa tra Associazioni, Asl Salerno 3, Provincia di Salerno, che i cani erano 940. Tuttavia, al 3 di febbraio le parti si sono invertite, ossia ci sono più cucce che cani. I cani sono diventati circa 800 e quindi è lecita la domanda "Ma dove sono finiti Domanda che ovviamente noi rivolgiamo al Responsabile Sanitario dell'ASL3 di Salerno, dott. Nese, il quale dichiara di non saperlo e alla luce dei nuovi avvenimenti ha dichiarato che il canile di Cicerale va chiuso.
Ecco, il canile va chiuso! Così la proposta del Ministero sarebbe quella che i cani sani possano ritornare ai Comuni di appartenenza, 97 per la precisione, i quali dovrebbero promuovere una campagna di affidamento tra i cittadini e promuovere i cani di quartiere, e quelli malati, deboli, vecchi, cuccioli vengano accolti dalle Associazioni animaliste che in questi anni sono state in primo piano nelle lotta per la sopravvivenza di questi poveri animali abbandonati a se stessi. Le associazioni verrebbero quindi preposte alla campagna di affido immediata. A questo punto, si alzano però gli scudi dei Sindaci che di questa soluzione non ne vogliono sentire parlare, anche perché pare che nessuno di loro sia in grado di sapere:
a) quanti cani hanno inviato come Comune; b) quanto pagano per ogni cane. Allora, siccome, la matematica non è un'opinione, i conti li facciamo noi: il signor Cafasso prende euro 50,00 per cane accalappiato e euro 70,00 per cane incenerito, calcolando un giro di cani come quello stimato, i conti sono presto fatti! Allora, ci chiediamo, ma adesso cosa succede? Ci infiliamo nuovamente in un tunnel senza via di uscita, dove il Tempo vero e grande nemico di queste povere bestie, inizia nuovamente a dilatarsi e a diventare infinito?
Le Associazioni animaliste non demordono e la Lega per la Difesa del Cane sarà in prima linea come lo è stata fino adesso per riuscire a mettere la parola FINE a una tortura, a un sopruso che viene quotidianamente perpetrato nei confronti di chi è incapace di difendersi da solo.
Per eventuali contatti e/o maggiori informazioni:
Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sezione di San Giorgio del Sannio (BN)
Sig. Giuseppe Gatti: 349 62 98 522
Sig.ra Geltrude Fucci: 349 64 35 525
martedì 24 febbraio 2009
Chiuso il canile lager di Cicerale
venerdì 20 febbraio 2009
Volontariato vecchio e stanco
Emilio Esposito
lunedì 16 febbraio 2009
A Calvanico la sede della Comunità Montana
La sede istituzionale della Comunità Montana “Irno-Solofrana” deve rimanere a Calvanico. E’ questa la richiesta dei Verdi sanseverinesi al Presidente dell’ente Franco Cosimato. In una nota del responsabile del gruppo ambientalista, Raffaele Grimaldi, inviata anche al Sindaco di Calvanico, Gismondi, è stata ribadita la necessità di conservare nel paese della Valle dell’Irno tutti gli uffici montani. “Da più parti si ripete che la futura sede dell’ente montano sarà ubicata nel comune di Monitoro Inferiore. Ciò ci preoccupa per degli aspetti di natura economica e sociale –dichiara il portavoce del Sole che ride Raffaele Grimaldi-. Infatti, spostando la sede dell’ente montano la comunità si troverà a sostenere un aggravio di spese non comprensibile. Infatti, lo stabile dove è attualmente ubicata la Comunità Montana è di proprietà dello stesso ente e quindi non si devono affrontare costi aggiuntivi per fitti o acquisti di locali idonei ad ospitare gli uffici. E sarebbe evitato anche il raddoppio delle spese vive di gestione, come luce, telefono, acqua, rifiuti ed altro. In un periodo di forte crisi, noi Verdi riteniamo ingiusto gravare sui contribuenti in modo esoso e ingiustificabile. Inoltre, si dovrebbe prevedere anche un costo aggiuntivo dovuto ai ritardi nell’erogazione dei servizi, a causa delle attività di trasloco di uffici e incartamenti dell’ente da una sede all’altra. Tali soldi andrebbero utilizzati nelle attività di difesa del suolo e di protezione della natura.” La posizione dei Verdi a sostegno della conferma della sede a Calvanico, oltre a motivazioni di carattere economiche, si basa anche su considerazioni di natura sociale. “La perdita dell’importante presenza comporterebbe una negativa ricaduta per la minuscola comunità calvanicese –spiega Grimaldi-. Piano piano verrebbero meno le attività del piccolo commercio e dell’indotto, collegate alla presenza degli uffici montani, con ripercussioni sfavorevoli sulle scelte di vita della popolazione. Aumenterebbero i casi di allontanamento dal paese, alla ricerca di opportunità lavorative, determinando una ripresa del triste fenomeno dello spopolamento del territorio con conseguenti casi di disgregazione sociale che ne conseguono. E dal punto di vita ambientale verrebbe anche a cadere uno dei fattori essenziali di tutela della conservazione dell'ambiente naturale: la presenza delle popolazioni montane, che sono il primo presidio di vigilanza della montagna e del territorio. Noi riteniamo –conclude Grimaldi- che si debba operare per alleviare le condizioni di disagio derivante dal vivere in ambiente montano e di incentivare gli sforzi nelle politiche sociali, creando servizi e occasioni di crescita, non abbandonando il territorio, per scelte di semplice comodità logistica”
martedì 10 febbraio 2009
Controlli dell'ARPAC in via Rimembranza
CACCIA: 41 MORTI E 85 FERITI IN 5 MESI
lunedì 9 febbraio 2009
Sperpero energetico a San Severino
venerdì 6 febbraio 2009
Per ricordare tutti i giornalisti italiani uccisi dal dopoguerra ad oggi
Per una città migliore
mercoledì 4 febbraio 2009
Carenze al canile di Mercato San Severino
All'On. Francesca Martini Sottosegretario di Stato
al Lavoro Salute e Politiche sociali
Al dott. Piero Cardalesi
Assessore Tutela Animali Provincia di Salerno
Al dott. Rocco D’Auria
Sindaco M.S.Severino
OGGETTO: Carenze al canile di Mercato San Severino
Presso la nostra sezione, stanno arrivando preoccupate segnalazioni sul funzionamento del canile sanitario di Mercato San Severino.
Nella struttura di via Lavinaio, dove non lasciano entrare i volontari, i cani -secondo quanto riferitoci- sono lasciati a sé stessi, con poco cibo e addirittura passano giorni senza riceverne.
Le maggiori sofferenze sono patite dagli animali più anziani non adeguatamente accuditi e curati.
Nel richiedere urgenti interventi di verifica sui casi di denutrizione e incuria, per accettarne la gravità dei comportamenti del personale addetto, eventualmente da sanzionare e punire in modo esemplare, come Verdi, ma soprattutto a nome di molti cittadini che amano gli animali
chiediamo
-la possibilità di far ritornare i volontari, togliendo la gestione del canile alla società Gesema, o quanto meno di consentire ai cittadini e ai volontari l’accesso giornaliero regolamentato;
-la trasformazione della struttura in canile comunale e non più in semplice rifugio-sanitario;
-di conoscere l’esatto numero dei cani accuditi, curati e morti nella struttura di via Lavinaio;
-di conoscere quanti animali sono stati trasferiti presso il canile lager di Cicerale, con quali costi per le casse pubbliche e se ci sono relazioni dettagliate sullo stato “dell’accoglienza” dei nostri cani presso il contestato canile dei sig. Cafasso, noti all’opinione pubblica nazionale per i loro sistemi crudeli, in netta violazione della normativa italiana in vigore;
Sicuri di riscontri positivi, si porgono
Distinti saluti
Il Portavoce
Raffaele Grimaldi