lunedì 1 giugno 2009

Al voto per cambiare

ROSARIO PESCE

Il dado è tratto: 3 candidati sindaco,7 liste di cui ben sei civiche, 140 cittadini candidati ad occupare uno dei venti posti disponibili in Consiglio Comunale. Questi sono i numeri della competizione, che eleggerà la nuova Amministrazione della nostra città, il 6-7 giugno. Cifre, queste, che denotano una notevole passione ed un ritorno alla partecipazione, dopo molti anni di disinteresse ed abulia da parte dei Sanseverinesi, che, a quanto pare, vogliono tornare ad essere protagonisti, dando un segnale inequivocabile a chi li ha mal amministrato nel corso dell’ultimo quindicennio. I tre candidati sindaco rappresentano, naturalmente, opzioni programmatiche e politiche ben diverse fra di loro. Romano incarna la continuità del potere a San Severino negli anni della Seconda Repubblica: è il candidato che, potrà nel corso della campagna elettorale, solamente, perdere il consenso – già invero traballante – di cui gode nella pubblica opinione locale. La sua fama di buon amministratore, molto diffusa nei comuni limitrofi, anche per merito di una ben orchestrata campagna di stampa, non corrisponde all’effettivo livello di gradimento, che egli può contare tra i suoi concittadini. I meriti, che ha acquisito con l’organizzazione e la gestione del ciclo differenziato dei rifiuti, sono in gran parte i meriti di un’intera cittadinanza, che ha sempre dimostrato grande sensibilità in materia ambientale e di conservazione dell’essenziale decoro cittadino. Molti sono, piuttosto, i limiti dell’azione di governo, che i suoi contendenti potranno e dovranno ben evidenziare nei comizi di questo lunghissimo mese di maggio: un’adeguata azione di contrasto, almeno in questo ultimo periodo, prima del voto, non potrà che togliere il velo a molteplici ipocrisie e far emergere, nella sua crudezza, il resoconto di un quindicennio, per nulla brillante, di amministrazione. Carmine Ansalone è il vero sfidante, quello che viene percepito dai Sanseverinesi come l’unico candidato in grado di mettere seriamente in difficoltà Romano e capace di costringerlo al ballottaggio, che appare, per la prima volta, a molti possibile. Infatti, tranne che nel 1995, Romano ha sempre vinto, direttamente o per interposta persona, al primo turno, ostentando perciò una forza straordinaria ed una notevole capacità di raccolta del consenso, che, questa volta, gli stanno man mano venendo meno. L’elettorato tradizionale di Giovanni Romano non nasconde, in pubblico, elementi di forte dissenso verso l’operato delle ultime tre giunte comunali e, sempre più numeroso, si sta convincendo dell’opportunità di un cambiamento radicale, allo scopo di rimettere in moto meccanismi virtuosi della buona amministrazione, che si sono gravemente arrestati negli ultimi anni. Il candidato, su cui vengono riposte le speranze di questi elettori scontenti ed insoddisfatti, è evidentemente Ansalone, sia per la sua storia personale di oppositore, in Consiglio Comunale, delle prime Giunte Romano, sia per la bontà del suo programma, che, se realizzato, promuoverebbe un notevole avanzamento della nostra città, soprattutto in termini di miglioramento dei servizi e di innalzamento della qualità della vita. L’altro sfidante, Iannone, consigliere comunale uscente, candidatosi pochi mesi or sono alla sindacatura ha costruito, alla vigilia del voto, un’insolita ed anomala alleanza con una piccola formazione di Centro-Destra, l’Udeur, che - comunque andranno le elezioni - lo pone, già oggi, fuori di fatto dal Partito Democratico, in attesa dei severi provvedimenti, che poi gli organismi statutari del suo ormai ex-partito vorranno, ufficialmente, prendere, nei suoi confronti, all’indomani del turno elettorale. La candidatura di Iannone è - nonostante il clima in cui è maturata - preziosa: vista la collocazione, che egli ha assunto nello schieramento di Centro-Destra, alleandosi con un partito, che in Campania fa parte integrante di quell’alleanza, i voti che otterrà (pochi o molti?) saranno, comunque, sottratti a Romano. Evidentemente, si auspica che, in caso di ballottaggio, lo stesso Iannone – presumibilmente rimastone escluso - voglia poi, in coerenza con il suo recente passato, pur non brillante, di consigliere di minoranza, muoversi in autonomia dai diktat delle segreterie provinciali dei partiti ed offrire il suo utile contributo civico, per determinare la sconfitta di Romano, unendo i suoi voti – la cui entità numerica è, a tutt’oggi, di difficile previsione – a quelli di Ansalone, al fine di portare quest’ultimo, nelle vesti di sindaco, al Palazzo di Città. Lo scrivente e la presente testata giornalistica, che ha la cortesia sovente di ospitarlo, sostengono convintamente la candidatura di Carmine Ansalone, ben sapendo che l’eredità delle lotte, di cui sono stati promotori i Verdi sanseverinesi, negli ultimi dieci anni, rappresenta per quest’ultimo un valore politico aggiunto, di inestimabile importanza, di cui egli non potrà che avvantaggiarsene. Infine, un voto all’insegna del cambiamento troverà una più felice e compiuta valorizzazione se, nel prossimo Consiglio Comunale o nella costituenda nuova Giunta, sarà eletto Raffaele Grimaldi, che è stato paladino di quelle lotte democratiche, sociali e ambientali, dei cui frutti ora possono godere tutti i Sanseverinesi.